venerdì,Aprile 26 2024

Il sindacato di polizia Fsp: «Un Commissariato a Pizzo, non è figlia di un Dio minore»

Sottolineate tutte le criticità di un territorio particolare che necessita di maggiori e più incisivi controlli al pari di Tropea

Il sindacato di polizia Fsp: «Un Commissariato a Pizzo, non è figlia di un Dio minore»

Vogliamo fare un plauso, con molta franchezza e senza frasi retoriche o di circostanza, al nuovo corso, o per meglio dire alla giusta e finalmente dovuta attenzione che alcune figure istituzionali stanno dedicando ai problemi di criminalità organizzata, che da oltre un quarto di secolo attanagliano in una morsa soffocante l’intero territorio vibonese. A tal riguardo, ci sembra doveroso evidenziare, la strenua e pervicace battaglia portata avanti dai predetti organismi, al fine di elevare a rango di Commissariato della Polizia di Stato l’attuale posto fisso di Tropea, il che, numeri alla mano, consentirebbe un maggiore controllo di quel territorio con uffici che possono erogare servizi al pubblico, attualmente di competenza della Questura”. E’ quanto dichiara Giacomo Gullo, segretario generale provinciale di Vibo Valentia del sindacato di Polizia Fsp, la Federazione Sindacale di Polizia.

Fin qua tutto bene, anzi oseremmo dire “non plus ultra”. Ma c’è una A cui i cittadini del comune di Pizzo, di cui il sottoscritto ne fa parte, non va proprio giù – dice il segretario provinciale della Fsp Polizia di Stato – e che sommessamente e senza polemica alcuna, ma con spirito propositivo, vorremmo rappresentare. In primis, ed anche per sviscerare l’argomento in maniera precisa e puntuale, ci permettiamo di chiedere: perché la stessa attenzione non viene rivolta verso il territorio napitino?

A tal proposito corre l’obbligo di fare un’immediata istantanea che corrobori le nostre perplessità facendo presente che Pizzo, dei cinquanta comuni che ricadono sotto la giurisdizione di Vibo Valentia, è il secondo (dopo la città capoluogo) più vasto per territorio e il più densamente popolato. Una realtà particolare anche per la variegata morfologia del territorio, senza dimenticare che i propri confini s’intersecano e si perdono sia con zone impervie e franche ad altissima densità mafiosa, ma anche con altre province. Uno svincolo autostradale, due strade statali che l’attraversano, una stazione ferroviaria ed uno scalo aeroportuale ad una manciata di chilometri, avvolgono ed impreziosiscono una cittadina incastonata sul mare, e quindi a forte vocazione turistica, che soprattutto d’estate (ma non solo) arriva a sfiorare presenze degne delle più note e forse più artatamente propagandate mete dei vip. Lasciamo quindi all’immaginazione di chi legge, quali e quanti interessi criminali possa continuare ad attirare una realtà come quella appena descritta. Non possiamo quindi non fare cenno alle ultime operazioni vergate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro (con le operazioni Rinascita-Scott ed Imponimento), che hanno direttamente toccato il cuore di Pizzo fino a provocarne lo scioglimento del civico consesso per infiltrazioni mafiose, affidandone altresì la relativa gestione ad una commissione straordinaria. Le due storiche operazioni di Polizia – continua Giacomo Gullo – hanno svelato un coacervo atavico d’interessi criminali di ogni dove, il tutto confermato e supportato con particolari inquietanti anche da diverse dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia i quali sono arrivati ad affermare che l’intero territorio napitino è completamente soggiogato da famiglie di ‘ndrangheta, che si son divisi il territorio con relative zone di competenza.
Dulcis in fundo, segnaliamo per chi se ne fosse già dimenticato, che qualche anno addietro Pizzo balzò agli onori della cronaca grazie ad una serie d’importanti operazioni antidroga, che disarticolarono un nutrito folto di narcotrafficanti con base operativa nelle Preserre ed i suoi principali canali di diffusione appunto nella cittadina in questione, il tutto condito da un numero impressionanti di risse e di furti in abitazioni che hanno spesso turbato la serenità di un’intera collettività alterandone la pacifica convivenza. Pertanto, ci chiediamo – insiste il segretario provinciale della Federazione Sindacale di Polizia – come può una realtà del genere essere gestita dall’unico presidio di polizia materialmente ed effettivamente presente e cioè una stazione dei Carabinieri, che in soldoni si traduce in uno sparuto drappello di militari, che nella migliore delle ipotesi ed in periodi di “vacche grasse” raggiungono (forse) le dieci unità?

Pertanto ribadiamo a gran voce e con riscontri oggettivi, che i riflettori vengano finalmente accesi e puntati anche su Pizzo Calabro, chiedendo a tutte le forze politiche di qualsiasi colore di istituire un gruppo di lavoro dedicato che porti nelle sedi previste la richiesta di istituire ex novo un Commissariato della Polizia di Stato a Pizzo, od in alternativa di elevare a Tenenza l’attuale locale stazione dei Carabinieri. In attesa di qualche risposta, e nella viva speranza che anche e soprattutto a livello locale le autorità preposte, la politica tutta, associazioni di categoria e perché no, semplici cittadini ne sposino la causa, – uscendo da un silenzio assordante e da una zona d’ombra non più accettabile auspichiamo – conclude Giacomo Gullo –  che nel frattempo si adottino tutte le iniziative più opportune per un maggiore e più mirato controllo del territorio napitino, anche in previsione di un’estate calda e non solo dal punto di vista climatico….”

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