Antonio Lo Schiavo pronto a sostenere la fusione dei Comuni del Vibonese: «Indubbi i vantaggi»

«Il dibattito di questi ultimi giorni sulla fusione dei Comuni è da guardare con grande interesse e con estrema considerazione in quanto attiene ad un argomento che, nel futuro prossimo degli Enti locali, potrebbe rivelarsi indispensabile a garantire lo sviluppo dei territori e l’innalzamento della qualità della vita. Specie in una provincia come la nostra che è tra le più povere d’Italia».

Trova pienamente d’accordo anche Antonio Lo Schiavo, consigliere regionale del Polo civico di Luigi de Magistris, l’idea della fusione dei Comuni del Vibonese. La proposta, come si ricorderà, del “Progetto di fusione e la nascita della città di Valentia”, è stata lanciata dall’associazione “Progetto Valentia” presieduta da Nicola Cortese. Idea, questa, che propone di unire al Comune di Vibo Valentia altri 13 centri del Vibonese (Pizzo; Mileto; Maierato; Jonadi; San Gregorio d’Ippona; Sant’Onofrio; San Costantino Calabro; Filandari; Briatico; Filogaso; Stefanaconi; Cessaniti; Francica) per realizzare «un grande ente territoriale» che sia capace di attrarre finanziamenti, «fare uscire dall’isolamento il territorio e rilanciare l’economia». [Continua in basso]

Dinamiche positive e vantaggi

Lo Schiavo, dunque, apprezza il dibattito, sostiene la via di una futura unione tra più enti locali della provincia vibonese, anche se non entra nel merito vero e proprio dell’idea specifica del Comitato. Tant’è che il consigliere regionale non esita a rimarcare che«una o più aggregazioni tra enti, che non siano operazioni meramente territoriali, ma che incidano soprattutto in termini di rappresentanza e capacità progettuale su ampia scala, metterebbero in atto dinamiche positive che renderebbero certamente più agevole intercettare le risorse stanziate dal governo nazionale e dalla comunità europea per le opere infrastrutturali, i servizi ai cittadini, la creazione di nuovi attrattori occupazionali, turistici e culturali e, di conseguenza, il contrasto al fenomeno dello spopolamento».

Oltre agli «indubbi vantaggi di semplificazione sul piano amministrativo e burocratico», a giudizio dell’esponente di Palazzo Campanella, le fusioni tra Comuni limitrofi nel Vibonese, restituirebbero «nuova centralità al nostro territorio che oggi gioca purtroppo un ruolo troppo marginale nello scacchiere socio-economico regionale e del Mezzogiorno. E questo nonostante la felice posizione geografica che lo pone al centro della regione e a poca distanza da snodi strategici quali l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e il porto di Gioia Tauro. Mentre in giunta regionale si introduce una delega ad hoc per la Città metropolitana di Reggio Calabria e mentre si discute con sempre maggiore insistenza di una legge speciale per Catanzaro capitale, Vibo Valentia rischia di sprofondare in un isolamento politico ed economico sempre maggiore, di fronte al quale l’unica via di uscita è proprio quella di rafforzare il proprio spessore dal punto di vista amministrativo, demografico e quindi politico». [Continua in basso]

Idea già lanciata nel 2017

Solo così, a parere del consigliere di Palazzo Campanella, possiamo aspirare a competere con maggiore forza nello scenario regionale.  Già nel 2017 mi ero fatto promotore, insieme al mio gruppo consiliare, di un ordine del giorno che impegnasse il Comune di Vibo a porsi come soggetto capofila di un percorso di fusione che potesse aggregare i Comuni limitrofi e dare inizio ad un iter che portasse alla nascita di un Comune unico di quasi 80mila abitanti, andando a costituire quella che allora sarebbe stata la terza città della Calabria».

La rappresentanza e il sostegno oggi alla Regione

Per Lo Schiavo, dunque, «molto tempo si è perso, ma non si sottovaluti, oggi, la circostanza della significativa rappresentanza di consiglieri vibonesi nella massima assemblea regionale che potrebbe sostenere e facilitare questo percorso per quanto di propria competenza. Il mio impegno in questo senso non mancherà – assicura Lo Schiavo – e anzi ritengo che i tempi siano maturi per lavorare all’unisono per il conseguimento di un risultato che, nel rispetto di tutte le prerogative degli Enti locali interessati e delle aspettative delle comunità coinvolte, potrebbe ridisegnare in maniera significativa gli assetti territoriali restituendo al territorio vibonese un ruolo di primaria importanza».

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