Raccolta firme contro l’aborto, Rifondazione comunista Vibo aderisce al sit-in di protesta
La segretaria Murabito: «Anacronistico e inopportuno che, a distanza di più di quarant’anni, la Chiesa si ostini a mettere in discussione la legge 194/78»

«Troviamo anacronistico ed inopportuno che, a distanza di più di quarant’anni, la Chiesa si ostini a mettere in discussione la legge 194/78, che, in modo certamente non indolore, garantisce alle donne il diritto di operare, senza mettere a rischio la propria salute, una scelta sofferta, ma individuale e libera». Lo scrive Marcella Murabito, segretaria Federazione di Vibo Valentia Partito della rifondazione comunista–sinistra europea sottolineando: «Ci riferiamo all’episodio, purtroppo non isolato in Italia, che ha visto protagonista il vescovo della diocesi di Vibo Valentia (e la sindaca della città non ha disdegnato di utilizzare un “palco” d’eccezione per fare propaganda politica; d’altra parte si sa che in campagna elettorale, e Vibo Valentia lo è ormai da mesi, tutto è concesso per molte forze politiche) nella campagna di raccolta firme per una legge d’iniziativa popolare, promossa dal partito di Fratelli d’Italia, proposta di legge che prevederebbe l’obbligo, per il medico che pratica l’Ivg, di far ascoltare il battito del feto alla donna che avesse deciso di esercitare il diritto previsto dalla legge 194. Si tratta di una proposta molto grave (soprattutto per i significati sottesi), che, insieme alla richiesta di abolizione del reato di tortura, avanzata dallo stesso partito, ci spalanca davanti una nuova inquisizione».
«Al signor vescovo suggeriamo, invece di interrogarsi sui bambini non nati, di pensare di più e meglio a quelli già nati, che, inseguendo il sogno di un futuro possibile, muoiono nei nostri mari o, se hanno la fortuna di arrivare vivi, vengono segregati in non luoghi, in cui la vita stessa rimane sospesa e non solo i diritti. Gli chiediamo di battersi insieme a noi affinché la Calabria sia quella di Riace e non quella di Cutro e dei centri di detenzione, travestiti da centri d’accoglienza, per i quali il Governo ha già stabilito il prezzo del riscatto. Chiediamo di occuparsi dei ragazzi delle periferie e dei quartieri degradati ed abbandonati presenti in tutto il Paese, giovani che hanno bisogno di cura e cultura e non di pene più aspre, come previsto nel decreto Caivano. Infine poniamo alla sua attenzione anche a quei bambini ormai adulti che, ogni giorno e senza alcuna tutela, perdono la vita sul posto di lavoro, nell’indifferenza generale. Non ci meravigliamo noi comunisti e comuniste dell’attivismo politico della Chiesa, ne abbiamo subito per decenni gli effetti sulla nostra pelle, ma non vorremmo oggi trovarci a dover rimpiangere don Camillo e lo scudo crociato, sostituiti da don Nostro e la fiamma tricolore. Per questo, noi del partito della rifondazione comunista e giovani comunisti, insieme ad altre realtà, abbiamo promosso e parteciperemo convinti al sit-in di domani, sabato 14 ottobre ore 10, sul corso a Vibo Valentia».
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