Vibo, le Vare emozionano la città in vista dell’Affruntata. A Pizzo e Serra commozione per ”l’angeleji” e la ”schiovazione” – FOTO
Nel capoluogo le celebrazioni del Venerdì Santo hanno avuto il momento più intenso nella tradizionale sfilata dei simulacri lungo le strade del centro storico

La Settimana Santa si avvia al suo clou, la Domenica di Pasqua. Ieri, Venerdì santo, giorno della morte di Cristo, Vibo Valentia ha vissuto uno dei momenti più importanti in vista dell’Affruntata: la processione delle ”Vare”. Per le vie della città hanno sfilato i simulacri che ripercorrono i passaggi più mesti della Passione, dall’orto degli ulivi, alla crocifissione, accompagnandosi ad un andamento solenne scandito dalle marce funebri eseguite della banda e precedute dalla cosiddetta ”tocca”, strumento che scandisce colpi secchi e cupi, chiudendo il venerdì, nella tarda serata con la processione dell’Addolorata.
Il Venerdì Santo a Pizzo e Serra San Bruno
A Pizzo, invece, si svolge un’analoga processione, ma molto più solenne e lunga, detta ”i l’angeleji”, introdotta da un’Affrontata ”in mortem” che prevede l’arrivo di San Giovanni al cospetto della Madonna Addolorata alla quale annuncia la morte del figlio, uno dei momenti più emotivi che i pizzitani vivono.
Meno conosciuta nella provincia, ma ugualmente importante è, inoltre, la tradizionale ”schiovazione” di Serra San Bruno, di derivazione francescana, le cui radici storiche sono riconducibili all’epoca barocca, e rappresenta il momento in cui il Cristo morto viene liberato dai chiodi e deposto nella ”naca”, un letto sospeso e addobbato con pregiati tessili. La preparazione al rito inizia già il Mercoledì Santo, quando le statue di San Giovanni e della Maddalena sono trasportate in una breve processione dalla Chiesa dell’Addolorata alla Chiesa Matrice. La sera del Venerdì Santo, alla fine delle celebrazioni, viene aperto un tendone che fino a quel momento copre le statue, situate ai piedi di Cristo in croce con a fianco i due ladroni. L’effige di Gesù viene poi staccata dalla croce, deposta sul letto mortuario e portata in processione per le vie del paese.
Rituali, questi che culminano tutti nella tanto attesa ”Affruntata” della domenica di Pasqua, diffusa in tutta la provincia vibonese, che consiste in sostanza nell’incontro tra Gesù Risorto e la Madonna che alla vista del figlio si spoglia del manto nero, segno di lutto. Un momento in cui la fede incontra la credenza popolare, dato che il modo in cui il manto nero cade viene considerato foriero di presagi positivi o negativi per il futuro.