Storie di “ritornanza”, Lorenzo e la sua Ilenia a Limbadi dopo 10 anni: aprono un bar e lanciano il nuovo amaro Calu (“Scendo”)
Lui se n'era andato da Motta Filocastro a 22 anni: il lavoro in Fiat, la crisi e la decisione di far rientro a casa con quella che intanto è diventata la sua compagna di vita. Nella piccola e caratteristica frazione ora gestiscono un locale. Ecco il loro racconto

Motta Filocastro, una piccola frazione del comune di Limbadi, è il luogo dove Lorenzo è cresciuto e dove ha scelto di tornare, insieme a sua moglie Ilenia, dopo anni di vita e lavoro lontano. Oggi gestiscono insieme un bar nel cuore del borgo e hanno lanciato “Calu”, un amaro che porta con sé il sapore del ritorno e dell’unione tra due terre.
Una storia che parte da lontano
Lorenzo è partito da Motta Filocastro nel 2015, a 22 anni, con il desiderio di cercare un futuro migliore. Ha lavorato nel mondo del restauro delle auto, poi in Fiat a Melfi, in Basilicata. È lì che ha conosciuto Ilenia. Insieme hanno costruito una casa e una vita, ma col tempo le difficoltà lavorative e i cambiamenti nel settore dell’automotive li hanno spinti a riflettere su un’altra strada. «Pensare di andare ancora più a Nord ci sembrava un sacrificio troppo grande per noi due, da soli. Invece abbiamo deciso di scendere, di tornare in Calabria, di ripartire da qui».
Nel 2023 vendono la casa a Melfi e “scendono” in Calabria, a Motta Filocastro. “Calu” in dialetto calabrese significa proprio questo: “scendo”. È l’espressione tipica di chi vive fuori e ritorna per le vacanze o.. per restare, come loro.
Ma “Calu” è anche l’acronimo di Calabria e Lucania. Il brand di “Calu” riporta l’immagine del lupo, animale legato alla Basilicata, spesso definita “terra dei lupi”. Un simbolo che richiama forza, appartenenza e il legame con la natura autentica. Incorporare il lupo nel brand sottolinea l’unione tra le due terre e l’identità condivisa di Lorenzo e Ilenia.
Ilenia: lo sguardo nuovo su un borgo antico
Se Calu è il nome del ritorno, Ilenia ne è la forza silenziosa ma determinante. Originaria di Melfi, una cittadina di oltre 16mila, ha scelto di lasciare tutto per trasferirsi in un borgo di appena 130 anime, dove l’età media è intorno ai 60 anni. Non aveva legami a Motta, a parte Lorenzo, e non ci aveva mai vissuto, eppure ha visto qualcosa che molti altri faticano a cogliere: la bellezza autentica di un luogo ricco di storia, dove il ritmo della vita è più lento, dove è possibile immaginare il futuro. Accanto a Lorenzo, Ilenia ha avuto il coraggio di lanciarsi in un progetto imprenditoriale che va oltre la dimensione familiare, perché è una scelta che rispecchia dei valori profondi e che diventa speranza per un territorio.
«La cosa più bella è che vivere in un piccolo borgo ti porta a far parte di una comunità dove ogni abitante ha un ruolo, e in un certo senso ti porta a non sentirti un numero ma un individuo che, con i suoi pregi e difetti, dà un contributo. A Motta, anche se siamo pochi, non mi sento sola, anche se qui non ho la mia famiglia o i miei amici. È un luogo che ad oggi mi trasmette tranquillità e serenità».
Ilenia riconosce il valore della sua scelta: «Ci vuole coraggio a lasciare la propria casa quando ormai ci si era prefissati di rimanerci. Cambiare totalmente stile di vita per un lavoro nuovo, in un contesto diverso, sicuramente non è facile. Io spero che quello che stiamo cercando di creare io e Lorenzo possa dare fiducia a tutti quei giovani che stanno pensando di lasciare questa terra in cerca di opportunità. Io credo che anche qui ci siano opportunità: bisogna crederci e lavorare duramente, senza avere paura».
Il fatto che Ilenia immagini qui il suo futuro e quello della sua famiglia è il segnale che questi luoghi hanno ancora qualcosa da dire, non solo a chi torna, ma anche a chi arriva per la prima volta.
Un progetto di vita e per il territorio
Nel loro bar, Lorenzo e Ilenia accolgono clienti, amici, curiosi. Ma soprattutto, hanno creato un punto di riferimento in un paese che, come tanti altri, ha bisogno di nuova linfa. «Aprire un bar qui non è solo lavoro – racconta Lorenzo -, è un modo per far rivivere il borgo, per dare un segnale che si può tornare e costruire».
Guardare avanti
Per Lorenzo e Ilenia, vivere qui oggi è anche una forma di libertà. «Qui si può vivere bene, se si ha il coraggio di provarci». Per Lorenzo la vera sfida è il calo demografico: «I comuni, le province, ma anche noi cittadini dobbiamo credere di più nei nostri borghi». E aggiunge: «Calu è il nostro modo per dire che le radici contano».
*orientatrice Asnor