Settimana della legalità, il 22 maggio a Scalea la prima edizione de I passi della Memoria dove si ricorderà la storia di Filippo Ceravolo
A portare il ricordo del giovane di Soriano, vittima innocente di mafia, sarà papà Martino: «Finché sarà così, i morti non moriranno mai. Crediamo ancora nella giustizia»

Omaggiare la memoria di chi non c’è più e al contempo far comprendere quanto l’illegalità e le varie forme di criminalità organizzata siano strade infruttuose. E poi parlare di dignità, libertà e giustizia. Ed è proprio questo che ormai da tredici anni sta facendo Martino Ceravolo, papà di Filippo, vittima innocente di mafia nell’allora faida delle preserre.
Il ricordo di Filippo Ceravolo
Una lotta continua, da quel tragico giorno, quella della famiglia Ceravolo che non si è mai stancata di chiedere giustizia. Quella giustizia che ancora oggi tarda ad arrivare. Il prossimo 22 maggio, in occasione della giornata della legalità e al contrasto contro le mafie, papà Martino sarà all’Hotel Santa Caterina di Scalea (ore 10) per la prima edizione de I passi della Memoria. Saranno presenti anche i ragazzi delle scuole locali. Un’educazione alla legalità che proprio gli studenti hanno accolto nella maniera più integra e pura possibile. Per l’occasione non solo (per loro scelta) ripercorreranno le gesta e la storia di Paolo Borsellino ma ascolteranno anche la testimonianza diretta della storia del giovane Filippo Ceravolo.
Le parole di Martino Ceravolo
«Ci sarà un congresso – afferma Martino Ceravolo – e hanno scelto anche la storia di Filippo, allargandoci l’invito a essere presenti. Racconteremo la sua storia perché ricordare è bellissimo, come lo è stato giorno del suo compleanno. Tengo dunque ad essere presente a questo congresso a Scalea perché porteremo il ricordo del nostro Filippo, e finché sarà così i morti non moriranno mai nonostante sia sempre commovente, come un colpo al cuore, raccontare la storia di un ragazzo di diciannove anni che adesso vive in tutta Italia, da nord a sud, e non solo».
E ancora: «Sono tredici anni che lottiamo per una giustizia che ci auguriamo possa arrivare a breve. Perché questa giustizia non la vogliamo solo noi ma la vogliono i ragazzi, la vuole Soriano e la vuole la Calabria. Non è facile per noi andare avanti, ma ricordare è una cosa che fa bene».