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Nonna, vicesindaco di San Gregorio e campionessa mondiale di culturismo, la straordinaria storia di Sara Suriano: «Ho trasformato il dolore in energia» – VIDEO

La 51enne che ha trionfato ai campionati in Spagna racconta la caduta e la rinascita dopo un matrimonio infelice quando aveva appena 18 anni e la volontà di ricominciare dopo le parole della figlia. Oggi ha tre nipotini, una medaglia iridata al collo e un futuro di successi sportivi davanti

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Sara Suriano

«Ho trasformato il dolore in energia. La palestra è stata la mia salvezza. L’ho fatto per cambiare le cose, per dare un futuro ai miei due figli e per dare alle donne, a tutte le donne, maggiore consapevolezza e dignità». Racchiudono tutta la potenza di una vita ritrovata le parole della vibonese Sara Suriano, “vice” campionessa del mondo (il perché delle virgolette lo spiegheremo più avanti) di Bodybuilding Natural, quello che una volta si chiamava semplicemente culturismo senza sostanze dopanti.

Nonna di tre nipotini a soli 51 anni, vicesindaco di San Gregorio d’Ippona ma soprattutto una delle poche atlete iridate della storia vibonese. E poco male che il body building non abbia folle di tifosi esultanti, perché a certi livelli ciò che conta è la performance misurata su scala mondiale.

Ma i veri “muscoli” di Sara, la sua vera forza deriva non tanto dall’allenamento inflessibile e da un regime alimentare seguito con rigorosità scientifica, ma dalla sua storia di vita. Una storia fatta di un matrimonio quando era appena maggiorenne, di un amore che si è rivelato tossico, di dolore e sacrificio. Una storia forse simile a quella di tante altre donne ma così diversa nell’epilogo, che per lei coincide con il tetto del mondo nella sua disciplina sportiva.  

«17 anni fa ho messo piede in questa palestra – racconta -. Due ernie del disco non operabili mi costringevano spesso a letto per mesi. Dolori lancinanti mi impedivano di fare qualsiasi movimento. L’unico rimedio era la riabilitazione. Ecco perché mi sono iscritta». È stato l’inizio di un percorso che ancora continua.

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«I primi tre anni sono stati di riabilitazione. Mentre mi allenavo osservavo gli altri che facevano pesi e dentro di me cresceva la passione per questo sport. Era un periodo difficilissimo. Ricordo ancora quando mi chiudevo negli spogliatoi e piangevo. Vivevo di rimpianti, perché quando ero giovane praticavo qualsiasi tipo di sport, dal calcio al lancio del peso fino alla corsa. Poi a 18 anni ho abbandonato tutto, mi sono sposata e sono diventata mamma di due figli che oggi mi hanno reso nonna di tre splendidi nipoti: Anna, Domenico e Gioia, l’ultima arrivata». Sara non trattiene la commozione ripercorrendo quello che è stato e pensando a ciò che la vita le riserva ora.

«Il mio è stato un matrimonio infelice – continua – ma da quell’unione sono nati i miei figli che oggi sono la mia ragione di vita. A tutte quelle donne che vivono un amore tossico dico di scappare. E se non avete la forza, chiedete aiuto. Come ho fatto io. La vita è una e non possiamo sprecarla. Me lo ripetevo sempre quando ho deciso di chiudere con il passato e ricominciare daccapo. Ricordo ancora le parole di mia figlia: “Mamma guardati intorno, rifatti una vita. Tu sei già stata all’inferno e adesso devi pensare a rinascere e a stare bene”. Quelle parole provocarono in me un terremoto emotivo».

Fu quel giorno, all’età di 34 anni, che avvenne la svolta: «Non volevo cercare un nuovo compagno, ma volevo concentrarmi su me stessa. Ho dato a Sara l’opportunità di farsi valere e di emergere. Ho lavorato tanto. Ho anche deciso di scendere in politica. E oggi sono il vicesindaco del Comune di San Gregorio d’Ippona».

Un percorso lungo e impegnativo il suo, fatto anche con l’intenzione di riscattare non solo se stessa, ma tutte le donne che vivono situazioni simili. «Quando mi sono separata sono dovuta ripartire da zero – racconta Sara -. È stato un periodo difficilissimo. Raggiungevo la palestra a piedi, dopo il lavoro in un negozio del centro commerciale. Lo sport ha irrobustito la mia anima. Non solo il corpo».

Poi, nel 2020, a 45 anni suonati, la decisione di diventare bodybuilder. «Un mio amico culturista mi ha detto: “Sara hai una bella struttura fisica perché non ci provi?”.  “Dove vuoi che vada a 45 anni?”, gli risposi. Anche il coach della palestra mi spronò a farlo ma mi avvertii: “Il percorso è duro”. La presi come una sfida anche perché più è tortuoso e difficile il percorso più mi intestardisco. Ed eccomi qua con la mia medaglia appesa al collo…».

Sei mesi fa ha conquistato il terzo titolo italiano, poi, tra il 13 e il 15 giugno scorsi ha partecipato a Salou, in Spagna, ai Mondiali Inba/Pnba pro/Am di bodybuilding naturale. E qui ha trionfato, perché sebbene si sia formalmente classificata al secondo posto, le è stata consegnata la Pro Card che segna il passaggio al professionismo e che, di solito, viene conferita solo al vincitore. Tanto che nell’ambiente l’esito del mondiale viene considerato una sorta di risultato ex equo con la prima sul podio. Così a ottobre disputerà la Pro Cap a Firenze «da atleta professionista e non più amatoriale», dice orgogliosa.

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