venerdì,Aprile 26 2024

Processioni non autorizzate nel Vibonese, spunta un altro prete “disobbediente” – Video

Oltre a quello di Sorianello anche il parroco di Pannaconi ha fatto sfilare su un camioncino l’effige di San Nicola, ricevendo una sonora bacchettata dal vescovo. Ma c’è chi lo difende

Processioni non autorizzate nel Vibonese, spunta un altro prete “disobbediente” – Video

Nessun pentimento, caso mai reticenza a parlare, ma arrivano conferme importanti nel mistero delle processioni non autorizzate: a Pannaconi di Cessaniti il corteo c’è stato, a Sorianello il tutto si è ridotto ad una sfilata.

Pagliacciate inutili”, così il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, aveva definito le manifestazioni stradali con le sacre effigi caricate sulle auto e fatte girare in paese, e la polemica resta accesa con i fedeli che si dividono pro o contro i sacerdoti. «Lo rifarei», si difende don Mario Fuscà che sui social aveva spiegato che «a Sorianello non c’è stata alcuna processione, ero solo io con la mia Panda con l’immagine della Madonna della Salute sul tettuccio». A Pannaconi don Felice Palamara non si trova, ma i parrocchiani – alcuni dei quali tentano di smentire che la processione per San Nicola ci sia stata – lo difendono. «Si c’è stata – si lascia sfuggire un cittadino – ma tutto è avvenuto nel rispetto delle norme».

In realtà, la reprimenda del vescovo – che dopo la lettera indirizzata ai parroci non ha inteso rilasciare dichiarazioni – è più ampia e tocca un altro tema passato sotto silenzio, quello relativo al ruolo delle parrocchie nella distribuzione di generi di prima necessità in questa fase di emergenza. Renzo critica «i pettegolezzi social» su questo argomento, ma di più non dice, tanto è vero che nel dibattito è intervenuta pure la consigliera comunale di Pizzoni, Tiziana De Nardo, che ha difeso don Mario e ha chiesto al presule di «rivedere le priorità per sanzionare taluni comportamenti veramente scorretti di certi parroci».

Madonna in processione sulla Panda, il parroco di Sorianello: «Chiedo scusa, ma lo rifarei»

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