lunedì,Maggio 6 2024

Calcio a San Nicola da Crissa: le verità di Giorgio Addesi su cosa non ha funzionato

L’ex allenatore fa il punto conclusivo di una stagione che per lui si è conclusa in anticipo con un esonero che ha destato delle perplessità: «Alcuni calciatori poco responsabili»

Calcio a San Nicola da Crissa: le verità di Giorgio Addesi su cosa non ha funzionato

Una promozione storica, in un girone notoriamente complicato, dopo aver vissuto una stagione di alto livello. E poi un torneo di Promozione da vertice, dopo essere partiti con qualche ambizione, ma facendo altresì i conti con la difficoltà di un campionato mai affrontato prima dal San Nicola da Crissa. Questo è, in sintesi, il percorso di Giorgio Addesi, il tecnico esonerato a stagione in corso dalla società del presidente Fera. Un allenatore rimasto finora in silenzio per qualche mese. Ma è arrivato, da parte sua, il momento di raccontare la storia vissuta con il San Nicola da Crissa, partendo da quasi due anni fa, quando tutto ha avuto inizio.

L’avvio

«Era l’estate del 2022 quando per la prima volta salivo a San Nicola come allenatore della prima squadra – racconta Giorgio Addesi – e con me Fabrizio Vangeli e Fortunato Riso due amici, dalle indubbie qualità umane e professionali che non smetterò mai di ringraziare. Ci si accingeva ad affrontare uno storico campionato di Prima categoria e i presupposti per fare bene si erano intravisti subito: con la dirigenza c’è stata intesa nel completare una rosa di giocatori che potesse ambire a qualcosa di importante. Mi sono confrontato con una dirigenza sicuramente giovane e probabilmente con poca esperienza per il tipo di campionato che si doveva disputare ma, senza dubbio, fatta di uomini pieni di passione e tanto entusiasmo». Una delle prime cose dette loro, aggiunge il tecnico, è stata quella di «dare priorità all’uomo/calciatore e così è stato: difatti i nuovi arrivati hanno fin da subito contribuito a formare un gruppo estremamente coeso, dove ha prevalso per tutta la stagione, l’umiltà e il rispetto dei ruoli e delle persone che ne hanno fatto parte».

Il salto di categoria

«Ai nastri di partenza non eravamo di certo favoriti, essendo una matricola e dovendo competere con società che avevano dalla loro, una esperienza ultradecennale nei maggiori campionati dilettantistici. É stato un percorso straordinariamente lineare che ha conosciuto soltanto una sconfitta, peraltro ininfluente, in quanto avevamo già vinto il campionato e perciò ringrazio tutti di vero cuore».

La Promozione e i problemi

Ci si affaccia quindi, nell’estate del 2023, a un nuovo torneo, quello di Promozione girone B, storicamente molto competitivo. «Qui la società ha previsto l’inserimento di un’altra figura per la costruzione della rosa. Squadra diversa tra conferme e non (ognuno gestisce come meglio crede i sensi di colpa per non aver confermato uomini che avevano fatto la storia del San Nicola da Crissa) e nuovi arrivi. Che fosse una stagione particolare – spiega Addesi – lo si era intuito fin da subito. Si respirava difatti un’aria diversa anche per i problemi logistici, non avendo più a disposizione il nostro campo». Difatti la squadra ha dovuto peregrinare tra Vibo Marina e Filogaso «con inevitabili ripercussioni sull’organizzazione anche delle singole sedute di allenamento». E qui Addesi spiega che si è data priorità al campo di Filogaso, per sostenere gli allenamenti «per volere di pochissimi». Tra l’altro un campo in terra battuta «creando disagi che ragionevolmente hanno inciso sul gruppo squadra».

Calciatori poco responsabili

L’allenatore non le manda a dire e chiama in causa anche il gruppo «non più così unito, composto da alcuni giocatori poco responsabili che in alcune situazioni hanno condizionato anche le nostre scelte, per via di assenze ripetute e ingiustificate, per le quali non sono stati presi adeguati provvedimenti da parte di chi era stato preposto a svolgere questo compito dal punto di vista disciplinare, il quale ha sempre avallato questi comportamenti non consoni». Bisognava, insomma, intervenire subito, a detta del tecnico, per lanciare un chiaro segnale al gruppo e far capire qual era il comportamento da seguire.

Il via vai di giocatori

Arriviamo a dicembre «un mese dove è successo tutto e il contrario di tutto: avevamo già perso qualche calciatore, tra cui l’unico attaccante di ruolo presente in rosa, rientrato in Argentina e, nonostante tutto, siamo riusciti, adattando qualcuno, ad ottenere delle vittorie importanti. La sua partenza era nota da diverso tempo, eppure chi di dovere non l’ha rimpiazzato come era logico fare per qualsiasi società, figuriamoci per una ambiziosa come la nostra, anche perché la classifica lo imponeva essendo in quel momento a soli due punti dalla prima della classe».

Il via vai di giocatori continua: «Difatti ne perdiamo altri sei arrivando così alla sosta con un numero esiguo per qualsiasi squadra di calcio. Durante questo periodo ci alleniamo in pochissimi ancora una volta anche per assenze ingiustificate, addirittura in 5, 6, 7 mai più di 10 e questo non ci ha permesso di strutturare nemmeno una seduta di allenamento per come è giusto che sia. Nonostante tutto per amore della maglia non abbiamo mollato, molto probabilmente sbagliando, perché non c’erano più le condizioni».

Le difficoltà

«Abbiamo detto in più occasioni che la situazione era critica – aggiunge il tecnico – ma in poco più di un mese ci sono state solo due operazioni in entrata: una per volere del presidente e l’altra perché contattato da me personalmente: direi troppo poco. Abbiamo detto anche che gennaio sarebbe stato un mese di terribile sofferenza, sia tatticamente vista la necessità di adattare continuamente giocatori in ruoli diversi, ma soprattutto fisicamente considerate le difficoltà del campionato stesso. Il girone di ritorno inizia con 4 partite tutte affrontate in piena emergenza, basti pensare che in distinta eravamo in 16, 17 con all’interno calciatori infortunati, una situazione paradossale, assurda, quantomeno singolare. I risultati in queste 4 partite non sono stati soddisfacenti e di questo mi assumo le mie responsabilità».

L’esonero

Dopo la sconfitta con il Bianco, qualcosa evidentemente si è rotto, arrivando all’esonero: «Noi allenatori lo sappiamo che alle volte paghiamo non solo per colpe nostre – aggiunge Addesi – mentre dal punto di vista personale si poteva gestire diversamente, intanto per i rapporti creatisi nel tempo e poi perché lo stesso giorno che hanno preso la decisione, avevo chiesto un incontro chiarificatore, peraltro mai avvenuto, per comprendere meglio se ci fossero ancora i presupposti per continuare insieme».

Nonostante tutte queste vicissitudini «ho lasciato la squadra in sesta posizione a soli 3 punti dai play off e ancora in corsa per raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio anno. Mi permetto di aggiungere che quando c’è un cambio del tecnico, come in questo caso, i calciatori anche per dimostrare di non avere responsabilità, si impegnano maggiormente ma a quanto pare, e risultati alla mano, gli effetti di questo ribaltone tecnico non hanno inciso più di tanto e tal proposito credo che chi ha fatto di tutto per arrivare a questo dovrebbe porsi più di una domanda sulla bontà delle proprie scelte».

Il pensiero finale

«Questa esperienza mi ha fatto sicuramente crescere e capire cose molto importanti. Sono arrivato alla conclusione che nella vita ma soprattutto nelle scelte che facciamo, non bisogna mai anteporre i rapporti personali a discapito di quelli professionali. Ringrazio gli uomini/calciatori e i sannicolesi tutti per l’affetto e il calore che mi hanno dato perfino dall’altra parte dell’Italia e per questo porterò con me ogni momento vissuto a difendere i colori del San Nicola a cui auguro ogni bene e allo stesso tempo di far tesoro di questa stagione per un futuro più roseo».  

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