sabato,Aprile 20 2024

Mileto, il tempietto della Madonna della Guardia sempre più nel degrado

Elevato negli anni ’50, da tempo versa in stato di abbandono. Stesse condizioni anche per l’area verde circostante e la statua del Cristo posta al centro

Mileto, il tempietto della Madonna della Guardia sempre più nel degrado
Il tempietto intitolato alla Madonna della Guardia

Si presentano in stato di deplorevole abbandono, a Mileto, la piccola cappella intitolata alla Madonna della Guardia e l’area verde circostante. Uno “schiaffo” e una vergogna per l’intera comunità, ancor di più perché il tempietto sacro e quel che resta dell’adiacente giardino (sic) sono situati a pochi metri di distanza dall’entrata principale del Parco archeologico medievale che fino al 1783 ospitava l’antica capitale normanna.

L’area verde circostante

La situazione di degrado persiste da decenni nel silenzio “assordante” delle istituzioni preposte. Tuttavia, adesso, è forse giunto il momento che il Comune, gli organismi ecclesiastici o chi per loro si mobilitino e provvedano a ridare finalmente decoro e dignità a uno dei luoghi simbolo della città sede di diocesi, elevato negli anni ‘50 dello scorso secolo in segno di gratitudine e di profonda devozione mariana. Magari “adottandolo”. Sino alla seconda metà degli anni ottanta il tempietto e l’area circostante erano tenuti in perfette condizioni, grazie alla cura quasi maniacale e agli interventi quotidiani di manutenzione elargiti gratuitamente dal pensionato Antonio Ruffa. Tant’è che, specialmente in primavera e in estate, in tanti amavano trascorrere dei momenti di meditazione e preghiera proprio davanti all’icona della Madonna della Guardia che campeggia al centro della cappella o, magari, di fronte alla statuetta del Cristo posta su una colonnina all’interno del vicino viale alberato. Poi, alla sua morte, tutto è stato lasciato alla mercé dei vandali, delle intemperie e, quindi, letteralmente a “marcire”.

L’effige della Madonna della Guardia

Oggi, di quei bei tempi rimane solo il tempietto e la maiolica con l’effige della Vergine situata al suo interno, addobbata con fiori rigorosamente di plastica. Per il resto, le panchine in ferro rappresentano solo un mesto ricordo, così come le recinzioni degli spazi circostanti, oggi in parte divelte e in parte completamente scomparse. Per quanto riguarda l’area verde e la statua di Gesù posta al centro, anch’esse purtroppo si prefigurano solo come immagini sfuocate di tempi lontani, sovrastate da rovi, erbacce e quant’altro la natura e l’incuria umana hanno, incontrastati, “seminato” negli anni.

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