Fino a pochi anni fa c’erano certezze incrollabili che aiutavano a scandire l’esistenza e davano un senso a parole come “dovere” e “impegno”. Una di queste era il fatto che - piovesse o nevicasse, ci fosse il sole o una tempesta di vento - ogni mattina si andava a scuola.

Oggi tutto è relativo, anche l’obbligo scolastico, messo puntualmente in discussione dal meteo e dalla… crisi idrica. Oggi a Vibo non c’è acqua e le scuole resteranno chiuse. Una rottura della condotta Sorical in località Alaco ha spinto il Comune a emettere ieri sera la solita ordinanza per “tutte le scuole di ogni ordine e grado”. La notizia è piombata nel bel mezzo della cena delle famiglie vibonesi, con i figli a esultare messaggiando con i compagni e i genitori increduli a scuotere la testa e chiedersi come sia possibile che anche questa certezza, la sveglia del lunedì per non fare tardi a scuola, alla fine sia crollata. Magari tra qualche giorno verrà annunciata un’allerta meteo arancione e si replicherà: tutti a casa perché piove e di acqua ce ne sarà troppa.

Questa è la terza volta dall’inizio dell’anno scolastico, appena due mesi fa, che la campanella non suona. Le conseguenze non sono solo nel caos familiare per chi è costretto a lasciare i figli a casa e, se sono troppo piccoli, a coinvolgere i parenti perché gli diano un’occhiata. C’è anche una deriva sociale e culturale che allontana i ragazzi da un impegno che dovrebbe essere ineluttabile, solido come un punto di riferimento cardinale. E invece no, la scuola, stanno imparando a loro spese, non è certa ma solo eventuale. Oggi è l’acqua che manca, domani sarà l’allerta arancione, dopodomani l’esigenza di procedere alla derattizzazione. E poi le elezioni che ancora in Italia occupano le scuole, gli scioperi, le manifestazioni.
Oggi a Genova, nonostante l’alluvione che ha causato frane, smottamenti e allagamenti, le scuole resteranno aperte. Resteranno chiusi al pubblico solo parchi, giardini, cimiteri, biblioteche e mercati all’aperto. A Vibo si chiude perché manca l’acqua, non a causa di un’improvvisa e devastante siccità, ma perché la rete idrica fa schifo, e non da ieri. Da sempre.

Ma a quanto pare da queste parti non ci sono soluzioni durature, non ci sono rimedi per rifare strade e condutture idriche, non ci sono interventi pensati per cambiare finalmente il futuro e dare motivazioni al presente. Solo ordinanze di chiusura che mettono al sicuro gli amministratori, lasciano il problema alle famiglie e danneggiano ulteriormente una generazione cresciuta con la didattica a distanza durante il Covid e oggi costretta a fare a meno anche di quella.