Lucia Quattrocchi, Felice Napoleone e Gabriele Cannizzaro riempiono sin dall’alba le strade del capoluogo con le inconfondibili melodie della novena salvaguardando una tradizione che rischia di scomparire
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C’è un suono che, più di ogni altro, annuncia l’arrivo del Santo Natale. È un richiamo antico che si insinua tra le strade ancora silenziose dell’alba e accompagna le luci della sera. A Vibo Valentia e a Vibo Marina quel suono ha il respiro delle zampogne e della ciaramella, e porta con sé una tradizione che continua a vivere grazie a Lucia Quattrocchi, Felice Napoleone e Gabriele Cannizzaro.
Durante la novena e per tutto il periodo natalizio, i tre zampognari tornano puntuali a percorrere la città. Lo fanno come si faceva un tempo, iniziando alle cinque del mattino, quando il buio è appena rotto dai primi chiarori. Le loro melodie non hanno bisogno di parole: annunciano la nascita di Gesù con la forza semplice di una musica che appartiene alla storia e all’identità di questa terra.
Zampogna e ciaramella (o pipita) non sono soltanto strumenti musicali, ma simboli di un patrimonio popolare che rischia di andare perduto, schiacciato da un Natale sempre più rumoroso e consumistico. Ecco perché il passaggio di Lucia, Felice e Gabriele riaccende qualcosa di profondo: emoziona chi in quel suono riconosce l’infanzia e le feste di una volta, e incuriosisce i più piccoli, che imparano così a legare il Natale non solo alle luci e ai regali, ma anche alla memoria.

