Spilinga, patria della ’nduja, ha trasformato la sua domenica in una festa di identità e condivisione. Il borgo di Carciadi ha ospitato ieri “Il Pranzo della Domenica degli Italiani”, unico appuntamento in Calabria collegato all’evento nazionale promosso da Masaf, Ministero della Cultura e Anci per sostenere la candidatura della cucina Italiana a Patrimonio culturale immateriale Unesco.

Un’occasione che ha unito generazioni attorno a una tavola ricca di piatti simbolo: fileja alla ’nduja, costolette di maiale e salsiccia al sugo, contorni genuini di fagioli, salumi e latticini. Tutto offerto gratuitamente dagli organizzatori, come gesto di condivisione e appartenenza.

La giornata si è aperta con un momento dal forte valore simbolico: la benedizione dei mezzi agricoli e degli animali delle campagne, impartita da Don Antonio Farina. Vitellini, asinelli, caprette e pony hanno reso la scena festosa e incantata, regalando sorrisi ai bambini, mentre le note popolari del quartetto “Nd’Arranciamu” accompagnavano i presenti.

Determinante il lavoro corale che ha visto impegnata l’Amministrazione comunale insieme all’Accademia Internazionale di Cucina Mediterranea, agli istituti alberghieri e turistici di Vibo Valentia e Tropea, alla Pro Loco, al Circolo culturale e sportivo “Don Michele Miceli”, all’associazione “Sagra della ’nduja” e a decine di volontari.

«Spilinga ha dimostrato ancora una volta di essere una comunità viva e accogliente – ha sottolineato il sindaco Enzo Marasco –. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato: associazioni, scuole, cittadini. Questo evento ha dato voce alla nostra identità, fatta di tradizioni, valori e di un patrimonio gastronomico che ci rende orgogliosi».

Parole ribadite dal vicesindaco Franco Barbalace, coordinatore dell’iniziativa: «Abbiamo voluto trasformare il pranzo della domenica in un rito collettivo, rievocando le domeniche di una volta. È stata un’occasione per valorizzare i nostri prodotti locali, riscoprire le radici contadine e soprattutto vedere la gioia dei bambini, segno che eventi come questo non celebrano solo il passato, ma costruiscono il futuro».

Il pranzo spilingese si è così fatto rito e memoria, un grande abbraccio che ha unito persone, storie e generazioni. Una giornata che ha ricordato a tutti che la cucina italiana non è solo cibo, ma patrimonio vivo, fatto di mani, volti ed emozioni condivise.