Tappa oggi a Serra San Bruno per Salvatore Cristiano Misasi che pochi giorni fa ha intrapreso il suo viaggio in handbike con l’obiettivo di attraversare tutta la Calabria. Affetto da tetraparesi spastica e con la sua particolare bici guidata con le braccia anziché con le gambe, sta percorrendo la “Ciclovia dei Parchi”,un percorso di 545 km attraverso i Parchi nazionali del Pollino, della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte. È partito il 1° giugno il percorso di 12 tappe per 12 giorni di viaggio, con partenza da Laino Borgo e arrivo a Reggio Calabria.

La tappa odierna ha segnato l’arrivo a Serra San Bruno, obiettivo Parco delle Serre. A ricevere Salvatore Cristiano Misasi e gli altri partecipanti del progetto “Il Brigante in Handbike” c’erano il commissario del Parco Alfonso Grillo e il direttore Francesco Pititto che hanno scelto la suggestiva postazione dell’ingresso della Certosa per l’accoglienza. Nella tarda mattinata il gruppo è ripartito in direzione Canolo.

Salvatore Cristiano Misasi convive sin dall’infanzia con la tetraparesi spastica. È nato e cresciuto in Calabria e ha voluto rendersi protagonista di quella che è una vera impresa proprio per valorizzare il suo territorio. Misasi è un B.Liver, parte della community di beneficiari di Fondazione Bullone. Grazie al suo viaggio si fa promotore e portavoce della necessità di costruire un mondo in cui la malattia non sia un ostacolo invalicabile, ma un’esperienza che può essere accolta, affrontata, condivisa e trasformata per generare un cambio di paradigma che va oltre il pregiudizio e i tabù.

«Accogliere Salvatore Cristiano Misasi e il progetto Il Brigante in Handbike nel cuore del Parco delle Serre, dinanzi alla maestosità della Certosa di Serra San Bruno – ha dichiarato il commissario straordinario Alfonso Grillo – ha rappresentato molto più di un semplice momento istituzionale. È stata una lezione di coraggio, resilienza e amore autentico per la nostra terra. Il viaggio che Salvatore sta compiendo, attraversando con determinazione e tenacia la Calabria più vera e profonda, è la metafora vivente di una regione che non si arrende, che sa trasformare le fragilità in forza, i limiti in possibilità, la sofferenza in visione. Lungo i tornanti, i boschi, le vette e le vallate che attraversano i nostri parchi, la sua handbike traccia un solco nuovo: quello dell’inclusione, della dignità e del riscatto. Siamo certi che la sua testimonianza lascerà un segno duraturo, e – ha concluso – ci impegniamo affinché i nostri parchi diventino sempre più spazi accessibili, accoglienti e generatori di futuro per tutti»