Da qualche giorno, all’interno della piazzetta-giardino di Porto Salvo, finanziata con fondi del PNRR per circa 800 mila euro, è stata installata un’area multimediale con un plastico realizzato in polistirolo e riproducente il “Porto Traiano” di Trainiti

L’accostamento del Porto di Traiano al porto dell’antica Vibona ha fatto storcere il naso allo storico locale Antonio Montesanti, che così interviene sull’argomento: «Qualsiasi sia la somma stanziata per l’area dedicata alla storia del porto romano di Vibona, è da ritenersi come soldi sprecati, buttati via. Non capisco quali professionisti, stante il plastico esposto, possano ipotizzare che il porto romano di Vibona fosse del tutto uguale al porto di Traiano: è un evidente falso storico». 

Oltre ad esprimere ampie riserve dal punto di vista storico, Montesanti manifesta forte perplessità sui materiali utilizzati per comporre il plastico: «Non capisco quali professionisti possano aver pensato che una teca di plastica trasparente possa resistere alle alte temperature costiere senza piegarsi: è un’evidente imperizia».

E ancora: «Non capisco ancor di più quali professionisti possano aver pensato di realizzare l’intero plastico in polistirolo incollato, materiale che si deforma per effetto delle alte temperature estive: è un’evidente incapacità. Capisco che bisogna concludere e rendicontare il finanziamento ottenuto – osserva lo studioso – ma questo non giustifica l’approssimazione e l’utilità di una spesa pubblica. Da tempo si considerano finiti lavori non finiti bene, collaudati lavori non collaudabili».

Infine Montesanti conclude manifestando il suo rammarico: «Peccato! L’antica storia marittima di Vibo Valentia meritava che i tanti soldi spesi fossero almeno spesi bene» ed esortando chi di competenza a voler rimediare a quello che definisce «un immeritato spreco, prima che il sole provveda a cancellare definitivamente, squagliandola, questa fallace ricostruzione in plastica e polistirolo».