venerdì,Aprile 19 2024

IL RACCONTO DI VIAGGIO | L’Etna in mountain bike sulle tracce del dio Efesto

L’emozionante resoconto della scalata su due ruote al vulcano siciliano effettuata dai gruppi vibonesi All bikers Nicotera-Limbadi e Bicinsieme San Costantino

IL RACCONTO DI VIAGGIO | L’Etna in mountain bike sulle tracce del dio Efesto

Le parole a volte non possono descrivere le sensazioni che si provano durante un’emozionate esperienza come quella del “Cicloviaggio sull’Etna”. Un’esperienza meravigliosa quella vissuta da Pasquale, Michele, Tonino, Nico, Francesco, Paride, Rinaldo, del gruppo “All Bikers Nicotera Limbadi” e Walter, Raffaele e Mario del gruppo “Bicinsieme Paesaggi in Movimento di San Costantino Calabro” che, in sella alle loro mountain bike, hanno tentato la scalata alla parte alta del vulcano Etna a quota 3300 metri.

La sensazione di vivere su una terra in perenne movimento ci dà energia. Inizia tutto con una serata in compagnia, spirito di gruppo e condivisione, scambiandosi pareri e consigli su come affrontare la scalata la mattina seguente. Ore 6 pronti per la partenza. 1750 metri. Siamo davanti al rifugio a tastare l’aria, è ancora buio, l’alba ci viene incontro e ci sorprende intenti a percorrere i primi chilometri di questa emozionale esperienza.

Chi ama il ciclismo deve fare i conti con il fascino delle salite, nel bene e nel male. Quando poi la montagna in questione è un vulcano, il fascino diventa un vero e proprio magnetismo, una sacralità. La montagna respira, la montagna vive. Saliamo, saliamo, saliamo ancora. La cima è sempre lì, sempre alla stessa distanza, quel filo di fumo bianco testimonia il disinteresse di “iddu” per i nostri sforzi. Dorme e noi cerchiamo pian piano di avvicinarci disegnando volute circolari. Una presenza affascinante ed imprevedibile che ha modificato territori e persone di questa fetta di Sicilia: il vulcano è da sempre protagonista dell’isola.

Etna: la dimora del Dio Efesto, Dio del fuoco terrestre, che con i suoi ciclopi lavora il ferro sacro delle divinità greche. Etna: la forza della natura verso cui i siciliani mostrano timore reverenziale e rispetto. Etna: l’agente incontrollabile che nel corso dei millenni ha minacciato e modificato il territorio (vedi la distruzione di Nicolosi o lo “scacco” al Castello Ursino, o la formazione delle Gole dell’Alcantara o dei Faraglioni dei Ciclopi), ma che al tempo stesso lo ha reso fertile e adatto al proliferare della vegetazione che tutto intorno nel Catanese germoglia più brillante che mai. Mentre percorriamo i tornanti che ci accompagnano fino alla cima si abbandona il paesaggio terrestre sottostante e si arriva all’allunaggio sul vulcano siciliano: girandosi attorno e volgendo lo sguardo all’orizzonte, complice una bella ma alquanto teatrale giornata, ora siamo davvero convinti di essere su un altro pianeta.

Finalmente arriviamo al punto destinato al parcheggio delle nostre mountain bike, località Torre del Filosofo, 2900 metri di altezza, e procediamo in cammino alla scoperta di questa nuova luna. Lo spettacolo e il sinistro silenzio interrotto solo dal rumore dei nostri passi rendono la scena ancor più suggestiva. E’ pleonastico dire che le eruzioni susseguitesi nel corso dei millenni abbiano fatto terra bruciata tutto attorno a questo fenomenale complesso vulcanico, ma il suolo brullo, che per la conformazione assunta ricorda tante gobbe di cammello e popolato di tanto in tanto solo di qualche arbusto sconosciuto, sono lo spoglio spettacolo che riempie i nostri occhi.

Ci guardiamo attorno con aria meravigliata, nonostante non fosse la prima volta per noi sulla cima di un vulcano e un tale spettacolo naturale ci lascia letteralmente senza parole. La curiosità ci porta piano piano dentro il più grande dei crateri presenti e il pensiero che lì dove siamo ora, fino a poco tempo prima usciva del magma incandescente, lascia passare lungo la nostra schiena un brivido gelido. Proprio in quel punto, qualche tempo prima, saremmo stati ridotti in cenere: è proprio in questi momenti di contemplazione della natura realizzi che “tu homo sapiens, tu e le tue stupide macchine” siete il niente assoluto.

Ogni parola, ogni descrizione sono superflue. Spesso, quando ci si trova a tu per tu con simili fenomeni si rimane in silenzio a gustarsi lo spettacolo e a riflettere, riflettere sulla presunzione umana di essere al centro dell’universo, quando in realtà, l’universo potrebbe fare benissimo a meno della razza umana e basterebbe solo un sussulto della natura per eliminare gli uomini e la loro storia definitivamente. Se di tanto in tanto ci fermassimo e mettessimo da parte la nostra umana presunzione, forse potremmo cogliere meglio non solo l’essenza delle mastodontiche opere naturali, ma anche l’essenza delle piccole cose. Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.

*presidente Bicinsieme San Costantino

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