I rapporti del clan di Gioia Tauro con le cosche del Vibonese, fra matrimoni e crediti per automobili. L’agguato a Spilinga e le cure del dottore al boss Ciccio “Tabacco” Mancuso
Si tratta delle misure di prevenzione personali e di quelle patrimoniali per 37 milioni di euro al centro dell’operazione “Lybra”. Corte d’Appello di Catanzaro respinge la ricusazione del giudice Commodaro
Tra i beni confiscati anche il bar "Dolce vita" nel centro della Capitale. Il Tribunale ha inoltre applicato la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza nei confronti sei esponenti del clan di Porto Salvo.
Beni per circa 37 milioni di euro sono stati confiscati da Carabinieri e Guardia di finanza in diverse località del Vibonese e in altre sei province in tutta Italia. Ci sono bar e ristoranti nel centro di Roma e in provincia di Milano, imprese edili, terreni e fabbricati.
Al boss vibonese Nicola Tripodi, già condannato a otto anni di reclusione nell’ambito del procedimento scaturito dall’indagine “Lybra”, è stato applicato il regime carcerario “41 bis”, cosiddetto carcere duro.