venerdì,Marzo 29 2024

Discarica a Sant’Onofrio, la Regione avanza riserve su particelle catastali e vincoli boschivi

Nel corso dell’ultima riunione tenutasi al Dipartimento ambiente e territorio è stato richiesto al Comune di chiarire definitivamente quali sono le frazioni interessate dall’impianto e di effettuare uno studio esplorativo ambientale

Discarica a Sant’Onofrio, la Regione avanza riserve su particelle catastali e vincoli boschivi

Lo scorso 12 ottobre, l’assemblea dei sindaci dell’Ato n. 4 di Vibo Valentia, ha votato a larga maggioranza la proposta avanzata dal sindaco di Sant’Onofrio, Onofrio Maragò, per la localizzazione dell’Eco-distretto provinciale dei rifiuti in località “Palombara” dello stesso comune.

Proposta (passata con 21 voti a favore, 4 contrari e 4 astenuti) che l’organo consultivo aveva dunque accolto dopo una lunga e travagliata discussione, contraddistinta da polemiche nell’aula e fuori dall’aula, specie nel comune di Sant’Onofrio e nei centri limitrofi, dove un comitato civico ha raccolto un migliaio di firme contro il progetto che prevede la realizzazione di una piattaforma di trattamento del materiale derivante dalla raccolta differenziata nel Vibonese e di un’annessa “discarica di servizio” della portata di 400mila metri cubi.

Un impianto dal significativo impatto ambientale e paesaggistico, dunque, contro il quale, com’è noto, da subito si sono levate voci critiche e perplessità da parte degli amministratori dei centri vicini e degli stessi cittadini riuniti nel comitato “No discarica” (nato su impulso dell’opposizione santonofrese), preoccupati per le possibili ricadute sulla qualità della vita e sulla salute dei residenti più prossimi al sito.

Argomentazioni sostanziate anche sul piano materiale con il richiamo ai vincoli forestali ai quali l’area è sottoposta; all’effettiva disponibilità delle particelle interessate da parte del Comune; al presunto conflitto d’interessi dello stesso sindaco Maragò (foto), che riveste un incarico di consulenza proprio nella task force regionale deputata all’individuazione dei siti del Piano rifiuti.

Osservazioni (quantomeno le prime due), evidentemente non del tutto infondate visto che anche la Regione ha focalizzato l’attenzione su questi aspetti nel corso dell’ultimo incontro tenutosi nel Dipartimento ambiente e territorio ed avente ad oggetto il completamento della dotazione impiantistica in provincia di Vibo Valentia in attuazione della legge regionale n.14/2014.

All’esito della riunione, cui hanno preso parte gli amministratori dei Comuni di Sant’Onofrio, Vibo Valentia (capofila Ato), Stefanaconi e Filogaso, i dirigenti del Dipartimento hanno espressamente richiesto al Comune di Sant’Onofrio di chiarire definitivamente le particelle catastali interessate dall’intervento.

Su questo aspetto non sono infatti poche le perplessità, dato che se le particelle catastali individuate per la realizzazione della piattaforma, come ha chiarito Maragò, sono di proprietà comunale e “risultano prive di trascrizioni, di iscrizioni e di annotazioni ostative”, quelle individuate per la realizzazione della discarica (part. n. 1, 74, 75 del foglio 19-20 del Catasto terreni del comune di Sant’Onofrio, classificate come terreni agricoli: uliveto, seminativo e incolto) appartengono alla società Banplastik Srl, di cui è amministratore unico l’imprenditore Vincenzo Massa (foto in basso), attuale sindaco di Vazzano (Ente che, manco a dirlo, ha votato a favore del progetto).

Vero aspetto critico, questo, dell’intera vicenda. Sebbene il sindaco Maragò abbia chiarito come la realizzazione/collocazione della discarica esuli dalle competenze Ato, in quanto non direttamente finanziata dalla Regione, e come il terreno della Banplastik abbia già ottenuto un parere favorevole da parte del nucleo Via (Valutazione dell’impatto ambientale) in relazione ad un precedente progetto, il timore da più parti palesato è che l’interesse privato possa “trascendere” quello pubblico e l’Eco-distretto divenire un “cavallo di troia” per sdoganare una mega-discarica pronta ad accogliere spazzatura proveniente da ogni dove, per un affare che secondo alcuni si aggirerebbe intorno agli 80 milioni di euro.

Nel corso della stessa riunione, i responsabili del Dipartimento regionale, hanno inoltre chiesto al Comune di approfondire gli aspetti ambientali/paesaggistici legati alla presenza del vincolo boschivo che, trattandosi di opera pubblica, dovrebbe costituire un vincolo tutorio e non inibitorio. Il Dipartimento, tuttavia, ritiene che a tal proposito sia utile effettuare uno studio di “scoping” (studio esplorativo), esteso ad un’area significativa intorno a quella del polo impiantistico, comprendendo anche le pertinenze, come le strade di accesso.

Tali aspetti e le relative controdeduzioni da parte del Comune di Sant’Onofrio, saranno oggetto della prossima riunione convocata per il 19 dicembre alla Cittadella regionale.

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