venerdì,Aprile 26 2024

“Colata di cemento” sul litorale di Pizzo, esposto del Codacons

L’associazione dei consumatori chiama in causa il Comune e non esclude la possibilità di proporre azioni civili per l’abbattimento delle opere edilizie

“Colata di cemento” sul litorale di Pizzo, esposto del Codacons

«Fa storcere il naso quella maxi colata di cemento proprio sull’arenile della splendida Pizzo Calabro. Si tratta di una mega lottizzazione per la realizzazione di un nuovissimo stabilimento turistico-ricettivo». Lo scrive Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons, che annuncia un esposto alla magistratura. Il Codacons, dopo aver ricevuto una serie di segnalazioni, ha deciso di passare all’attacco e presentare un esposto al Comune di Pizzo, alla Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici ed alla Procura della Repubblica, «affinché siano verificati tutti i lavori posti in essere per la realizzazione del residence in località Savelli. Il complesso edilizio – sostiene Francesco Di Lieto – comporta la cementificazione dell’arenile dacché si rende necessario, in considerazione della puntuale normativa vigente, verificarne la legittimità, nell’interesse della sia collettività che, ovviamente, della tutela dell’ambiente».

Di Lieto aggiunge: «Appare davvero singolare come il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, non abbia avuto nulla da obiettare sull’opera. A ciò si aggiunge – prosegue Di Lieto – che la società titolare del permesso a costruire, è stata tempo addietro già destinataria di una interdittiva antimafia, emessa dalla Prefettura di Vibo Valentia. Purtroppo, grazie anche all’indifferenza di alcuni amministratori, degli 800 chilometri di costa, circa 500 sono già irrimediabilmente cementificati, restandone liberi poco più di un quarto. A ciò si aggiunge che ci sono dei sindaci totalmente irresponsabili, che consentono di realizzare opere addirittura sulla spiaggia, finendo per distruggere l’equilibrio naturale delle coste ed esponendo il litorale, sempre più intaccato da attività antropiche, al più che concreto rischio erosione. In attesa di ricevere le dovute risposte, – conclude la nota – il Codacons non esclude la possibilità di proporre azioni civili per l’abbattimento delle opere edilizie».

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