“Premio Attila” a chi taglia gli alberi: dal viale dei Pioppi (20 km) raso al suolo negli anni ’70 a piazza Salvemini oggi
L'indignazione per l’abbattimento dei pini nei pressi dello Jazzolino non si ferma. Ma la scarsa tutela del verde pubblico è un problema antico che penalizza Vibo nelle classifiche nazionali di vivibilità

Il verdetto era già stato pronunciato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che aveva condannato i pini di piazza Salvemini alla pena capitale. La sentenza è stata eseguita all’alba, seguendo il copione della migliore tradizione delle condanne a morte, da un plotone d’esecuzione formato da numerose ruspe. Mentre gli alberi cadevano al suolo, decine di uccelli, a cui erano stati distrutti i nidi, si levavano in volo come impazzite: un’immagine che sembrava uscita dalla penna di Giovanni Pascoli. A nulla è valsa l’istanza di sospensione avanzata dal Wwf, ma respinta dal Tar. Uno dei parametri più frequentemente utilizzati per misurare il grado di civiltà e l’indice di vivibilità di un territorio è la presenza di verde pubblico e la sua tutela. Non a caso, la città di Vibo Valentia si trova, naturalmente non solo per questo, sempre in fondo alle classifiche. Eppure c’è stato un tempo in cui la città poteva vantare un patrimonio arboreo invidiabile: basti pensare che una delle principali vie d’accesso era costituita da 20 km di viale alberato, formato da due file di imponenti pioppi che dal Poro arrivavano fino all’Affaccio, e le cui chiome si univano al centro formando una specie di arco che offriva frescura e ossigeno. Era il cosiddetto viale dei Pioppi, che la dissennatezza dei politici dell’epoca fece poi abbattere.
La furia devastatrice è continuata nel tempo, lentamente ma inesorabilmente, come nel caso della pinetina del lungomare di Vibo Marina, rasa al suolo, o come nel caso della tabula rasa di piazza Annarumma, fino alle cronache di questi giorni, che ci restituiscono immagini da far accapponare la pelle. Episodi che potrebbero valere una nomination per l’attribuzione del “Premio Attila”, un riconoscimento simbolico promosso dal Wwf e che viene concesso a persone o Enti che si sono particolarmente distinti nella distruzione dell’ambiente. “Gli alberi sono pericolosi”. Si tratta, come affermato dallo scrittore Erri De Luca, del più originale aggettivo attribuito agli alberi in tutta la storia umana. Ci sono città, come Roma, in cui sono presenti migliaia di pini marittimi, che spesso recano danno al manto stradale, ma nessuno si sognerebbe di abbatterne uno soltanto; anzi, sono tutti scrupolosamente numerati per la loro salvaguardia. E anche se per molti sembrerebbe fuori luogo parlare della tutela del patrimonio arboreo, essendo presenti altre più pesanti e pressanti emergenze, non è mai tempo perso parlare di salvaguardia dell’ambiente.