Tra garofani e bandiere rosse, l’ultimo abbraccio di Zambrone al “compagno Sasà”

I garofani sul feretro. Rossi come le bandiere che accompagnano il compagno Sasà in chiesa. Rosso ardente, rosso socialista. Zambrone, in un pomeriggio caldo e uggioso di primavera, fa i conti con i tempi che cambiano. Perché di uomini così – forgiati di cultura e passione, nelle sezioni di partito, che hanno amato la politica come servizio, il loro paese, la famiglia, il prossimo e così pure Dio (che non guasta mai) – non ne usciranno fuori forse mai più. Il paese, e non solo il paese, si stringe così attorno ai familiari di Salvatore L’Andolina. Oggi il sindaco è suo figlio Corrado, cresciuto a pane, politica e garofani dal padre che il Municipio di questo centro che si affaccia su uno dei tratti più incantevoli della costa tirrenica l’ha guidato per quasi vent’anni, tra il 1970 e 1990. E’ sommerso di affetto e commozione, Corrado, da compagni vecchi e nuovi, da colleghi avvocati, da colleghi amministratori locali, da colleghi giornalisti. Così i fratelli, i nipoti. La chiesa è piccola, troppo per contenere così tanta gente. Così tanto affetto. L’abbraccio, lungo e intenso, cementato dalle lacrime, tra Corrado L’Andolina e Cosmo Tassone, primo cittadino di Brognaturo e socialista della vecchia guardia, precede un’omelia intensa e colpisce. Dice tanto. Dice che dal mare alle montagne di una provincia che non ha più identità, ideali e orizzonti, è morto qualcuno che era davvero qualcuno.

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