giovedì,Marzo 28 2024

Giustizia “lumaca” a Vibo: ben 14 anni per un processo, imputato risarcito

La Corte d'Appello di Catanzaro accoglie la richiesta di indennizzo avanzata dai difensori di un loro assistito coinvolto nell’operazione Minosse del 2005

Giustizia “lumaca” a Vibo: ben 14 anni per un processo, imputato risarcito

Doveva durare al massimo quattro anni il processo nato dall’operazione “Minosse” celebrato dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Iniziato nel 2006 (l’operazione dei carabinieri era invece scattata il 10 febbraio 2005), si è concluso però solo nel giugno del 2020, vale a dire che ha avuto una durata di 14 anni, 6 mesi e 29 giorni. Per tali motivi – la Corte d’Appello di Catanzaro a cui si sono rivolti gli avvocati Giuseppe Di Renzo, Salvatore Pisani e Marianna Zampogna – valutato il numero degli imputati (18), i reati contestati, le parti civili e la complessità degli accertamenti istruttori, ha ritenuto che il processo avrebbe dovuto concludersi in quattro anni, con il conseguente diritto dell’ex imputato Domenico Belvedere, 42 anni, di Vibo Valentia (assolto per alcune imputazioni, prescritto per altre) di ottenere l’indennizzo per il periodo di anni 10 e giorni 29, ottenendo così il riconoscimento di un importo complessivo pari a cinquemila (quindi 500 euro per ogni anno di ritardo). I difensori Di Renzo, Pisani e Zampogna si sono detti “entusiasti per il risultato raggiunto, non sempre scontato, e per la tempistica relativa alla decisione, episodio indicativo di efficienza del sistema”.

L’unica inefficienza, rimarchiamo invece da parte della nostra testata, è il “sistema giustizia” a Vibo Valentia dove più volte (inascoltati nel corso degli anni) abbiamo denunciato ed elencato i processi “impantanati” dinanzi al Tribunale collegiale ed al Tribunale monocratico, fra carenze di giudici (non si contano i cambi del Collegio giudicante del processo Minosse), ma a volte anche carenze organizzative con conseguenti inaccettabili ritardi. Da ricordare, inoltre, che l 17 gennaio del 2013, i difensori di alcuni imputati (come loro diritto), a causa della diversa composizione del Collegio non hanno prestato il consenso per far salva l’istruttoria dibattimentale sino ad allora compiuta. [Continua in basso]

Nazzareno Lopreiato

L’attività investigativa da cui scaturiva “Minosse 1” era stata diretta dal luogotenente dell’Arma, Nazzareno Lopreiato, e si era conclusa il 10 febbraio 2005 con 16 arresti e 14 informazioni di garanzia. Alcuni indagati avevano poi scelto il rito abbreviato riportando delle condanne, altri avevano patteggiato la pena. Alla base dell’impalcatura accusatoria, anche una serie di intercettazioni che avevano fatto emergere un traffico di droga fra il Vibonese e Firenze, oltre ad un consistente “giro” di armi. La cocaina sarebbe arrivata nel Vibonese dalla Colombia, mentre la marijuana di provenienza albanese, una volta sbarcata a Taranto, proseguiva sino a Vibo Valentia. Qui veniva spacciata davanti alle scuole ed in piazza Municipio, dove i carabinieri sono pure riusciti a filmare il passaggio dell’erba.

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