Torna in libertà per assenza di esigenze cautelari l’imprenditore Alfonso Annunziata, 75 anni, titolare dell’omonimo centro commerciale di Gioia Tauro, ma con negozi anche a Vibo Valentia lungo la Statale 18 ed a Lamezia Terme nel parco commerciale dei Due Mari), tratto in arresto nel marzo 2015 nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Bucefalo” condotta dalla Dda di Reggio Calabria. L’imprenditore aveva ottenuto gli arresti domiciliari nel gennaio dello scorso anno, ma aveva fatto rientro nella sua San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, avendo comunque il Tribunale di Palmi disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari in località lontana dalla Calabria.
L’accusa. Secondo la Dda di Reggio Calabria, Alfonso Annunziata avrebbe stretto negli anni ’80 un accordo con Peppino Piromalli (cl. ’21), deceduto nel 2005 e fondatore dell’omonimo clan della ‘ndrangheta insieme al fratello Girolamo, alias “don Mommo”, morto invece nel 1979. Da Peppino Piromalli l’imprenditore napoletano – dopo essere stato in un primo tempo allontanato dalla Calabria – avrebbe ricevuto il permesso di ritornare a Gioia Tauro per realizzare il primo negozio in una zona centrale di Gioia Tauro. Successivamente è avvenuto l’acquisto del terreno nei pressi dello svincolo autostradale dove attualmente sorge il parco commerciale “Annunziata”. Ad avviso della Dda, i soldi per l’acquisto del terreno sarebbero stati dati ad Annunziata da Pino Piromalli (cl. ’45), alias “Facciazza”, nipote di Peppino Piromalli in quanto figlio di Antonino Piromalli (ucciso negli anni ’50 nella faida con la famiglia Carlino), quest’ultimo fratello di don Mommo e dello stesso don Peppino. Pino Piromalli – attualmente in carcere perché condannato nei processi nati dalle operazioni “Tirreno” e “Cent’anni di storia” – avrebbe quindi intestato il terreno ad Alfonso Annunziata ricevendo in cambio il denaro ricavato con l’apertura della nuova attività imprenditoriale e la possibilità di far eseguire i lavori ad imprese amiche.