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Rinascita Scott, Mantella e il progetto di Leone Soriano di uccidere un testimone

I metodi per portare fuori dal carcere i messaggi ed il ruolo dell’avvocato Stilo. La scomparsa di Francesco Aloi e l’omicidio di Michele Manco

Rinascita Scott, Mantella e il progetto di Leone Soriano di uccidere un testimone
Leone Soriano

Progetti di morte e bigliettini fuori dal carcere anche per uccidere un testimone che aveva osato denunciare Leone Soriano. Andrea Mantella ha svelato il proposito nel corso del maxiprocesso Rinascita Scott rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci. Ero detenuto in carcere insieme a Leone Soriano e lui mi chiese la cortesia di uccidere il testimone Grasso di San Costantino Calabro che doveva deporre contro di lui e che si trovava ricoverato in un reparto dell’ospedale di Vibo. Io dissi – ha spiegato Mantella – che l’omicidio si poteva fare ma occorreva che qualcuno portasse fuori l’imbasciata. Leone Soriano mi riferì che c’erano due strade possibili: o consegnare dei bigliettini all’avvocato Francesco Stilo da portare poi fuori dal carcere oppure usare un telefonino che gli era stato consegnato dallo stesso Stilo”. Mantella avrebbe quindi sconsigliato Leone Soriano ad usare il telefonino al fine di non lasciare tracce. I bigliettini dovevano essere consegnati, avvolti in caramelline o compresse di medicinali, all’avvocato Stilo – ha riferito il collaboratore – il quale doveva recapitare il tutto a Francesco Scrugli che si trovava libero e doveva quindi uccidere Grasso. L’omicidio non venne però portato a termine in quanto Leone Soriano è stato poi trasferito in altro carcere e ilo telefonino. Il telefonino, nascosto nel piede della branda del letto, è stato quindi consegnato da alcuni napoletani, compagni di cella di Leone Soriano, a Roberto Piccolo che ha poi distrutto il telefono in carcere per non avere problemi. Ricordo – ha aggiunto Mantella – che a Grasso avevano profanato al cimitero la tomba del padre”.

Saverio Razionale

Andrea Mantella ha quindi affermato che l’avvocato Stilo sarebbe stato il prestanome di Antonio Mancuso, Pantaleone Mancuso, detto “Vetrinetta”, e di Giuseppe Mancuso, figlio di quest’ultimo, ma non ha indicato le attività economiche delle quali sarebbe stato prestanome “a Nicotera, Limbadi e Vibo”. Il collaboratore ha poi indicato l’interesse dell’avvocato Stilo all’apertura di una sala giochi a Vibo, con Mantella che avrebbe affermato – nell’unica occasione in cui dichiara di aver conosciuto il legale all’interno di un autonoleggio che gestiva a Vibo Salvatore Morelli – di non aver opposto nessun diniego all’apertura di tale attività. Secondo Mantella, inoltre, l’avvocato Stilo avrebbe avuto stretti rapporti, anche “di raccomandazione per l’apertura della sala giochi”, con il boss Saverio Razionale di San Gregorio d’Ippona, ed anche con Paolo Lo Bianco il quale avrebbe affidato al legale della falsa documentazione medica per cercare di tirare fuori Claudio Fiumara di Francavilla Angitola. Andrea Mantella ha poi aggiunto di non essere mai stato assistito legalmente dall’avvocato Francesco Stilo (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa) e di non averlo mai frequentato “a differenza di Salvatore Morelli e Antonio Pardea”.

Francesco Aloi

I Fiumara, la scomparsa di Francesco Aloi e l’omicidio Manco

Dalla deposizione di Andrea Mantella anche l’accenno a Francesco Aloi, il giovane di Pizzo Calabro sparito il 16 settembre 1994 e la cui scomparsa è stata per anni al centro delle cronache soprattutto per le denunce della mamma del giovane. “Claudio Fiumara ed i fratelli Raffaele e Danilo Fiumara hanno ucciso Francesco Aloi – ha dichiarato Mantella – ed il corpo l’hanno buttato a mare. E’ stato ritrovato solo un piede all’interno di una scarpa. Francesco Aloi era fidanzato con la sorella dei Fiumara. Claudio Fiumara si trovava in carcere, mentre Raffaele Fiumara, detto Lello, era stato condannato per droga nell’operazione Pizza connection. Sono stati i Fiumara, ed in particolare Lello Fiumara, ad ordinare l’omicidio di Michele Manco, poi ucciso a Pizzo da Giuseppe Accorinti di Zungri. Ricordo inoltre – ha concluso Mantella – che Paolino Lo Bianco aveva rapporti diretti con Danilo Fiumara per questioni di droga”. Da precisare che i Fiumara non sono indagati o imputati nell’operazione Rinascita Scott, mentre a Giuseppe Accorinti non è contestato l’omicidio di Michele Manco.

AGGIORNAMENTO 27 MAGGIO 2021. In relazione alle dichiarazioni rese dal Andrea Mantella in data 13 maggio 2021 nel processo Rinascita Scott i legali del sig. Fiumara Danilo classe 69 (avvocati Giuseppe Torchia e Massimiliano Carnovale) rappresentano quanto appresso:
“In riferimento alle gravissime e temerarie di cui ai propalati del sig. Mantella circa le accuse afferenti un presunto coinvolgimento del sig. Fiumara Danilo nell’omicidio Aloi , si attesta in misura incontroversa che sussiste l’assoluta estraneità del Fiumara in merito al ridetto episodio omicidiario. In aggiunta si rileva che tale fatto di reato è stato già oggetto di un procedimento all’esito del quale è stata acclarata la sua assoluta estraneità. Tanto premesso, il sig. Fiumara Danilo si riserva di adottare tutte le iniziative giudiziarie a tutela della sua persona sotto il profilo morale e patrimoniale“.

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