Sono in totale sei gli indagati nell’ambito dell’indagine su una nomina a Calabria Verde. Un’inchiesta che, oltre al presidente della giunta della Regione Calabria, Mario Oliverio, ed all’attuale sindaco di Acquaro, Giuseppe Barilaro, 39 anni, già presidente del Consiglio provinciale di Vibo Valentia, vede indagati pure: l’attuale presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, 64 anni, di Aiello Calabro, in qualità di “capostruttura del presidente” Oliverio; Michele Trematerra, 54 anni, di Acri, all’epoca dei fatti assessore regionale all’Agricoltura ed alla Forestazione con il centrodestra; Franca Arlia, 67 anni, di Paola, dirigente di Calabria Verde; Paolo Furgiuele, 59 anni, di Amantea, ex direttore generale di Calabria Verde, ente strumentale della Regione Calabria.
Sono tutti indagati per concorso in abuso d’ufficio in quanto quali “pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio” avrebbero violato una serie di leggi ed anche alcuni principi stabiliti dalla Costituzione per favorire illecitamente Giuseppe Barilaro, dipendente del Comune di Francica, nel Vibonese, oltre che sindaco di Acquaro. Un’azione amministrativa non imparziale avrebbe portato gli indagati – ad avviso della Procura di Catanzaro – a procurare intenzionalmente il “comando” – e successivamente la proroga del “comando” – di Giuseppe Barilaro dal Comune di Francica, ove prestava servizio, a “Calabria Verde”, senza “alcuna previa ed effettiva valutazione delle specifiche competenze in relazione alle esigenze organizzative e funzionali dell’ente in house, come l’adeguatezza professionale del predetto Barilaro rispetto all’interesse dell’ente, ma ancor più gravemente – sottolinea la Procura – in assenza di qualsivoglia esigenza organizzativa e funzionale di Calabria Verde che giustificasse siffatto comando”.
Michele Trematerra, in accordo con Giuseppe Barilaro (all’epoca entrambi dell’Udc), si sarebbe quindi adoperato con il direttore generale di Calabria Verde, Paolo Furgiuele, “caldeggiando l’assorbimento di Barilaro in Calabria Verde, assumendone l’importanza sul piano politico-elettorale”. Barilaro, così, l’8 maggio del 2014 – previo accordo con Trematerra e Furgiuele – “chiedeva formalmente di essere utilizzato in posizione di comando negli uffici di Calabria Verde”. Furgiuele, quindi, “sebbene consapevole dell’inutilità per l’Ente del comando di Barilaro, si adoperava con la dirigente Franca Arlia la quale chiedeva al Comune di Francica il nulla-osta all’utilizzo di Giuseppe Barilaro in posizione di comando a Calabria Verde”. Con una determina “del tutto priva di motivazione”, Calabria Verde veniva poi vincolata al rimborso delle spettanze e oneri di Barilaro in favore del Comune di Francica (per un ammontare non inferiore a 8.164,16 euro di complessivi 31.877,55 euro) dall’ottobre 2014 al 31 dicembre dello stesso anno.
Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per chiedere al pm Alessandro Prontera, al procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla ed al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive. In foto dall’alto in basso: Mario Oliverio, Giuseppe Barilaro, Michele Trematerra, Franco Iacucci