mercoledì,Aprile 24 2024

Rinascita Scott, Mantella e le bombe dei Bonavota a Pizzo, Maierato e Sant’Onofrio

L’ordigno esplosivo collocato per distruggere un locale concorrente ad un esponente del clan Barba di Vibo. Le estorsioni al Parco commerciale ed il villaggio degli Stillitani

Rinascita Scott, Mantella e le bombe dei Bonavota a Pizzo, Maierato e Sant’Onofrio
Nel riquadro Andrea Mantella in una vecchia foto

Bombe ed ordigni esplosivi per distruggere attività commerciali concorrenti o che ritardavano nel pagare l’estorsione. Andrea Mantella racconta diversi episodi che l’hanno visto in alcuni casi direttamente protagonista. Rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, il collaboratore ha ricordato in particolare la vicenda dell’ordigno esplosivo che danneggiò negli scorsi anni il locale Kaipira alla Marina di Pizzo.
E’ stato Nicola Barba – ha affermato Mantella – a chiedermi di distruggere il Kaipira poiché lo stesso faceva concorrenza al suo locale ubicato pure alla Marina di Pizzo. Nicola Barba, con il quale io avevo dei rapporti economici, mi disse quindi se potevo fargli il piacere di mettere una bomba al Kaipira. Io mi rivolsi così ai Bonavota di Sant’Onofrio i quali mandarono Onofrio Barbieri, Antonio Patania e un’altra persona di cui non ricordo il nome i quali hanno materialmente messo la bomba che ha distrutto il locale. Da quel momento, Nicola Barba ha ripreso a lavorare tranquillamente”. Nicola Barba è imputato in Rinascita Scott ma tale episodio riferito alla bomba al locale concorrente non gli viene contestato.

Nicola Bonavota

Le estorsioni al Parco commerciale di Maierato

Le bombe sarebbero state in ogni caso una “specialità” del clan Bonavota che ne avrebbe piazzata una nei confronti del proprietario dell’Euronics. Non ricordo il cognome – ha dichiarato Mantella – ma si trattava di un certo Daniele, genero di Giuseppe Prestanicola, ed era intimo amico di Pantaleone Mancuso. Tramite Pino Barba, detto Pino Presa, il proprietario si è incontrato coi Bonavota e si è messo a posto pagando l’estorsione. Tutto ciò avvenne dopo gli omicidi di Alfredo e Raffaele Cracolici che in precedenza controllavano l’area industriale di Maierato. Abbiamo fatto un pranzo a casa dei Bonavota e c’era anche l’imprenditore Aiello che aveva un’attività commerciale nel parco di Maierato ed anche Pino Barba e lì – ha aggiunto il collaboratore – è stato stabilito che Daniele doveva pagare i Bonavota. Tale imprenditore di nome Daniele aveva pure il negozio Pianeta Casa a Vibo e per l’estorsione si è messo a posto anche con me dopo che io – ha ricordato Mantella – ho fatto sparare a tale negozio le saracinesche. Pure a Sant’Onofrio, ritardando i pagamenti nei confronti dei Bonavota, l’imprenditore aveva subito dei danneggiamenti. La stessa persona, cioè Daniele, aveva dato l’autorizzazione per l’installazione di un chiosco-bar nell’area del parco commerciale di Maierato, unitamente alla realizzazione di un autolavaggio, a Nicola Bonavota. Nonostante ciò, Domenico Di Leo, facente parte dello stesso clan Bonavota, aveva mandato via gli operai poiché l’area interessava anche a lui ed in tale occasione i Bonavota hanno fatto brutta figura. Tutto ciò – ha sostenuto Mantella –, unitamente alla bomba che Di Leo aveva collocato a Sant’Onofrio contro la concessionaria di auto di De Fina, ed in più l’alleanza con il gruppo Nino De Fina, alias Palumba, hanno portato i Bonavota ad uccidere Domenico Di Leo”.

Andrea Mantella ha quindi spiegato che nell’area industriale di Maierato tutte le ditte erano state prese di mira dai Bonavota per il pagamento dell’estorsione, mentre altre attività erano controllate direttamente ed in prima persona dalla famiglia Bonavota. “Nicola Bonavota – ha spiegato Mantella – aveva dei locali nei pressi dello svincolo autostradale ed in più gestiva un bar nella piazza centrale di Sant’Onofrio. Per tale bar Nicola Bonavota litigava spesso con il maresciallo dei carabinieri Cannizzaro il quale multava tutte le auto che sostavano in doppia fila dinanzi al bar”.

Il Garden i Pizzo e, nel riquadro, Francescantonio Stillitani
Il Garden e nel riquadro Francescantonio Stillitani

Il Garden, i latitanti e i Bonavota

Il collaboratore di giustizia ha quindi ricordato che all’interno del villaggio “Garden” fra Curinga e Pizzo, “i Bonavota hanno ospitato anche dei latitanti. I proprietari erano gli Stillitani – ha sottolineato Mantella – , legati a doppio filo a Pantaleone Mancuso e ad Antonino Accorinti. Successivamente gli Stillitani sono stati costretti a sottostare ai voleri del clan Anello-Fruci. Tutto ciò l’ho appreso all’interno della criminalità”. Gli Stllitani sono estranei al maxiprocesso Rinascita Scott ma si trovano coinvolti nell’inchiesta nata dall’operazione Imponimento.

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