venerdì,Aprile 26 2024

Riciclaggio di un “Bobcat”, 37enne di Nicotera arrestato in Puglia

Il mezzo, rubato in un cantiere nel Potentino, rintracciato grazie al Gps. L’uomo è stato fermato in flagranza di reato unitamente ad un 42enne di Laureana di Borrello

Riciclaggio di un “Bobcat”, 37enne di Nicotera arrestato in Puglia

I carabinieri della Stazione di Marina di Ginosa, in provincia di Taranto, hanno arrestato in flagranza di reato per riciclaggio in concorso un 37enne di Nicotera, Giuseppe Ferraro, ed un 42enne di Laureana di Borrello (Rc), Salvatore Schiavone, entrambi con precedenti di polizia. I militari sono intervenuti a seguito dell’attivazione di un segnale d’allarme giunto dal dispositivo Gps montato su un Bobcat rubato il 2 maggio scorso in provincia di Potenza, ad un’impresa di Policoro (Mt) che opera nel settore dei lavori edili e stradali. I due sono stati sorpresi in un agrumeto, mentre con dei punzoni stavano alterando le targhette identificative della macchina operatrice nonché, con una bomboletta spray, stavano provvedendo a riverniciare il mezzo. Nell’auto dei due arrestati i carabinieri hanno trovato oltre ai punzoni e due smerigliatrici, 15mila euro in banconote da 500, 3 assegni bancari per complessivi 7mila euro, 2 telefoni cellulari e le dichiarazioni di conformità falsificate del Bobcat recuperato. I militari hanno poi segnalato ai finanzieri del presidio portuale di Salerno, la presenza di un escavatore che dopo essere stato rubato dallo stesso cantiere in Basilicata, era stato trasportato al porto di Salerno in attesa di essere espatriato e che è stato trovato tra altri mezzi in sosta, in procinto di essere imbarcato su una nave diretta in Costa d’Avorio. I due arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Taranto. Domani l’udienza di convalida dinanzi al gip del Tribunale di Taranto. Giuseppe Ferraro (in foto) è difeso dall’avvocato Francesco Sabatino. Il 7 febbraio scorso, Giuseppe Ferraro è stato assolto dalla Corte d’Appello di Catanzaro dall’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore edile del Vibonese. Anche in primo grado il Tribunale di Vibo Valentia il 9 settembre 2015 aveva deciso per l’assoluzione. 

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