venerdì,Aprile 26 2024

Narcotraffico: operazione “Giardini Segreti” nel Vibonese, ecco tutti gli indagati (NOMI-VIDEO)

A capo dell’associazione Emanuele Mancuso che avrebbe guadagnato 20 milioni di euro. Arresti a Nicotera, Vibo, Joppolo, Limbadi e Capistrano. Marijuana coltivata in provincia e spacciata in tutta Italia

Narcotraffico: operazione “Giardini Segreti” nel Vibonese, ecco tutti gli indagati (NOMI-VIDEO)
Nel riquadro Emanuele Mancuso

Avrebbero coltivato, detenuto, prodotto e spacciato marijuana in gran quantità. Sono 39 in totale gli indagati, 18 gli arrestati. A capo del gruppo, Emanuele Mancuso, 30 anni, di Limbadi, ma residente a Nicotera (in foto) che da qualche settimana ha iniziato a collaborare con la Dda di Catanzaro. Sarebbe stato lui a individuare le strategie generali del sodalizio criminale, sia con riferimento alle attività di acquisto on line di semi di canapa e fertilizzante, sia con riferimento alla coltivazione delle piantagioni di canapa indiana, trasportando poi la marijuana ad altri soggetti dediti allo spaccio non solo nel Vibonese. I luoghi in cui avviare la coltivazione sarebbero stati scelti anche da Pantaleone Perfidio, Clemente Selvaggio e Giuseppe De Certo che avrebbero organizzato le strategie da mettere in atto per il narcotraffico. Oltre al promotore Emanuele Mancuso (raggiunto dalla nuova ordinanza in carcere, figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”), 30 anni, di Nicotera, risultano infatti indagati (fra arrestati e persone a piede libero): Giuseppe De Certo, 25 anni, di Nicotera, carcere; Giovanni Battaglia, 32 anni, di Nicotera (carcere); Valentin Stratulat, 30 anni, romeno, residente a Nicotera, carcere; Carlo Chimirri, 60 anni, di Capistrano; Giacomo Chirico, 21 anni, di Maierato, arresti domiciliari; Nensy Vera Chimirri, 26 anni, di Nicotera; Cesare Costa, 37 anni, di Nicotera; Francesco Costa, 34 anni, di Nicotera, carcere; Antonio Curello, 21 anni, di Vibo Valentia, sottoposto all’obbligo di dimora; Giuseppe De Certo, 25 anni, di Nicotera; Maria Ludovica Di Stilo, 23 anni, di Vibo, arresti domiciliari; Salvatore Ferraro, 22 anni, di Rombiolo, arresti domiciliari; Giuseppe Franzè, 31 anni, di Stefanaconi, carcere; William Gregorio, 23 anni, di San Ferdinando, arresti domiciliari; Nicola Lo Russo, 39 anni, di Altamura, domiciliari; Giuseppe Navarra, 27 anni, originario di Rombiolo, ma domiciliato a Joppolo, carcere; Francesco Nobili, 32 anni, di Viterbo; Francesco Oliveri, 32 anni, di Nicotera, carcere; Riccardo Papalia, 34 anni, di Nicotera, arresti domiciliari; Bruno Russo, 27 anni, di Joppolo, arresti domiciliari; Pantaleone Perfidio, 31 anni, di Nicotera; Clemente Selvaggio, 23 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Olivieri, 36 anni, di Nicotera (fratello di Francesco Olivieri); Mirco Fuchì, 25 anni, di Mandaradoni, frazione di Limbadi, domiciliari; Antonio Barbano, 54 anni, nativo di Genova; Fulvio Esposito, 51 anni, nativo di Genova; Silvio Biasol, 79 anni, di Trieste. Il reato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico viene contestato a: Emanuele Mancuso, Giuseppe De Certo, Giovanni Battaglia, Valentin Stratulat, Carlo Chmirri, Nancy Chimirri, Cesare e Francesco Costa, Giuseppe Franzè, Francesco Nobili, Giuseppe Navarra, Francesco Olivieri, Giuseppe Olivieri, Pantaleone Perfidio, Clemente Selvaggio, Antonio Barbano. L’inchiesta è coordinata dal pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci. Tre le piantagioni di marijuana sequestrate a Joppolo, Nicotera e Capistrano per un totale di 26mila piante. Dalla vendita al dettaglio della sostanza stupefacente Emanuele Mancuso e compagni avrebbero guadagnato circa 20 milioni di euro. Il sito internet da cui il rampollo del clan Mancuso ha acquistato i semi è stato oscurato. I poliziotti hanno eseguito anche diverse perquisizioni in 15 province italiane. Oltre a dei droni per controllare i terreni, l’organizzazione si sarebbe servita di manodopera extracomunitaria per mantenere pulito il terreno e sgomberarlo dalle erbacce che ostacolavano la crescita delle piantine di marijuana. La scoperta delle piantagioni sarebbe il primo contributo di Emanuele Mancuso offerto ai magistrati della Procura distrettuale di Catanzaro per la sua collaborazione con la giustizia. Perquisite e sequestrate le 18 sedi di una società specializzata nella vendita di semi di canapa indiana, fra Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona. È da lì che arrivavano i semi poi impiegati nelle piantagioni di marijuana di Nicotera, Joppolo e Capistrano, dove venivano coltivate le piante di canapa in grado di produrre oltre due milioni di dosi di “erba”. Ad occuparsi della cura, della gestione e dell’irrigazione delle piantagioni erano soprattutto i braccianti stranieri, molti dei quali provenienti dalla tendopoli di San Ferdinando. Emanuele Mancuso ed i suoi sodali avrebbero controllato tutto dall’alto attraverso l’uso dei droni. Il Gip distrettuale ha anche dichiarato la propria incompetenza territoriale per gli indagati: Giacomo Chirico, Maria Ludovica Di Stilo, Salvatore Ferraro, Antonio Curello, William Gregorio e Riccardo Papalia per i quali è competente la Procura di Vibo Valentia; Bruno Russo per il quale è competente la Procura di Viterbo; Nicola Lorusso per il quale è competente la Procura di Cosenza; Mirko Furchì per il quale è competente Genova.

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