venerdì,Marzo 29 2024

Truffa sui contributi agricoli, chiesto il processo per la moglie del boss Mancuso

La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dalla Procura di Vibo Valentia. Ecco tutte le accuse

Truffa sui contributi agricoli, chiesto il processo per la moglie del boss Mancuso
Antonio Mancuso

Truffa aggravata ai danni dell’Arcea e della Regione Calabria. Questa l’accusa per la quale il pm della Procura di Vibo Valentia, Concettina Iannazzo, ha inoltrato al gup Francesca Del Vecchio richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Maria Cicerone, 72 anni, di Nicotera, moglie del boss della ‘ndrangheta Antonio Mancuso. L’udienza dinanzi al gup è stata fissata per il 28 ottobre prossimo. Secondo l’accusa, Maria Cicerone – nella qualità di titolare dell’omonima ditta con sede a Nicotera – con artifici e raggiri consistiti nell’allegare alle domande inoltrate all’Arcea ed alla Regione Calabria, avrebbe percepito dei contributi regionali di sostegno all’agricoltura senza averne diritto ma tramite dei contratti fittizi di locazione. Le firme sui contratti di locazione risulterebbero infatti false ed avrebbero indotto in errore l’ente erogatore dei contributi, procurandosi così un ingiusto profitto. Per la campagna del 2014 Maria Cicerone è accusata di aver incassato un contributo non dovuto pari a 8.863,53 euro; nel 2015 euro 3.328,27 euro, nel 2016 un contributo non dovuto pari a 4.197,16 euro; nel 2017 un contributo pari a 4.212,00 euro. Maria Cicerone è difesa dall’avvocato Giuseppe Di Renzo.

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