martedì,Marzo 19 2024

Omicidio Piperno a Nicotera: ecco tutti i capi di imputazione per i due arrestati (VIDEO)

Indagata a piede libero una ragazza per concorso nella soppressione del cadavere del 34enne ucciso e bruciato in auto a Preitoni. La Procura aveva chiesto per lei l’arresto. Fatta luce anche sul movente

Omicidio Piperno a Nicotera: ecco tutti i capi di imputazione per i due arrestati (VIDEO)

Sarebbe stato Ezio Perfidio, 34 anni, di Nicotera, a sparare al coetaneo Stefano Piperno alcuni colpi di fucile. Il padre Francesco Perfidio sarebbe stato invece presente al momento dell’omicidio ed avrebbe rafforzato il proposito delittuoso, cagionando così la morte della vittima designata. Queste le conclusioni della Procura di Vibo Valentia e dei carabinieri della Nucleo operativo della Compagnia di Tropea (guidati dal maggiore Dario Solito), del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia (guidati dal maggiore Valerio Palmieri), del Ris di Messina e della sezione “Crimini violenti” del Ros (diretti dal colonnello Paolo Vincenzone), che ritengono l’omicidio aggravato dai futili motivi. Indagata a piede libero anche Sonia Perfidio, 30 anni, di Nicotera. La ragazza, insieme a Francesco ed Ezio Perfidio, è indagata per concorso in distruzione e soppressione di cadavere, ed in particolare di aver concorso a dare fuoco a Stefano Piperno ed alla sua auto dopo averlo ucciso. Danneggiamento a seguito di incendio è quindi il reato contestato ai tre per aver cosparso l’auto di Piperno di liquido infiammabile dandole fuoco. Al solo Francesco Perfidio viene infine contestato di aver spacciato 50 grammi di marijuana avvalendosi di un nipote minorenne. Nei confronti di Sonia Perfidio, figlia di Francesco e sorella di Ezio, la Procura aveva chiesto l’arresto ma il gip l’ha rigettato con restituzione degli atti al pm. Francesco ed Ezio Perfidio, che si trovano rinchiusi in carcere a Vibo, sono difesi dall’avvocato Francesco Sabatino. 
Fatta luce anche sul movente dell’atto omicidiario, causato dalle pressanti richieste della vittima, finalizzate ad ottenere dello stupefacente del tipo cocaina, pur avendo maturato debiti pregressi con gli aggressori. Per quanto concerne, invece, la dinamica del delitto, gli investigatori sono riusciti ad appurare che prima dell’omiocidio vi è stata una lite culminata con l’assassinio del giovane, freddato con un colpo d’arma da fuoco esploso al torace il 19 giugno. Nel rigettare la misura cautelare chiesta dal pm per Sonia Perfidio, il gip del tribunale di Vibo Valentia, Graziamaria Monaco, ha sottolineato che “le emergenze investigative non fondano un giudizio di gravità indiziaria relativa alla partecipazione, in qualità di concorrente, alla distruzione del cadavere della vittima. L’unico elemento richiamato nella richiesta di misura si fonderebbe sull’ammissione della Perfidio, captata nella saletta di attesa della caserma dei carabinieri di Tropea, di essere alla guida della Fiat Panda bianca, affermazione di carattere neutro, non supportata da alcun altro elemento in grado di delineare un apporto, a livello concorsuale, nel reato di occultamento di cadavere”. LEGGI ANCHE:  Omicidio e distruzione del cadavere di Stefano Piperno a Nicotera: due arresti 

 

 

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