venerdì,Marzo 29 2024

Inchiesta “Giardini segreti”: chiusa a Vibo l’indagine per gli indagati

Sono accusati di spaccio di marijuana dopo le accuse di Emanuele Mancuso. Per tali posizioni non più competente la Dda di Catanzaro

Inchiesta “Giardini segreti”: chiusa a Vibo l’indagine per gli indagati
Nel riquadro Emanuele Mancuso

conclusione delle indagini preliminari del pm della Procura di Vibo, Claudia Colucci, per sette indagati coinvolti nell’inchiesta antidroga della polizia denominata “Giardini segreti”, nata anche grazie alle dichiarazioni di Emanuele Mancuso, il rampollo dell’omonimo clan di Nicotera e Limbadi, figlio del boss Pantaleone Mancuso (detto “l’Ingegnere), dal 18 giugno scorso collaboratore di giustizia. L’avviso di conclusione indagini – che vale anche quale contestuale avviso di garanzia – interessa: Riccardo Papalia, 34 anni di Nicotera (difeso dall’avvocato Francesco Capria); Giacomo Chirico, 21 anni, di Maierato (difeso dall’avvocato Mario Bagnato); Antonio Curello, 21 anni, di Vibo ma domiciliato a Rho (assistito dagli avvocati Beatrice Biamonte e Vincenzo Brosio); Maria Ludovica Di Stilo, 23 anni di Vibo (avvocati Carmine Pandullo e Giorgio Moschella); Salvatore Ferraro, 22 anni, di Rombiolo (avvocato Mario Ferraro); William Gregorio, 23 anni, di San Ferdinando (avvocato Nicola Rao); Maria Ludovica Di Stilo, Salvatore Ferraro e Riccardo Papalia sono sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, William Gregorio è sottoposto all’obbligo di dimora. Giacomo Chirico è accusato di aver trasportato e commerciato un imprecisato quantitativo di marijuana, mentre Maria Ludovica Di Stilo e Salvatore Ferraro avrebbero illecitamente detenuto lo stupefacente. Antonio Curello è invece accusato di aver acquistato un imprecisato quantitativo di stupefacente ai fini di spaccio. Per William Gregorio l’accusa è quella di aver trasportato marijuana a bordo di un veicolo diretto in Puglia per venderla a terzi ai fini di spaccio. Riccardo Papalia si sarebbe infine adoperato a soccorrere il mezzo – andato in avaria sull’autostrada nel tratto di Pizzo – a bordo del quale il 10 agosto 2016 sarebbe stato trasportato lo stupefacente, mettendo a disposizione la propria autovettura per consentire il soccorso e recuperare la sostanza stupefacente. Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per chiedere al pm di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive. LEGGI ANCHE: Narcotraffico: l’inchiesta “Giardini segreti” si divide, atti pure a Vibo

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