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Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, pronunciandosi dopo un rinvio ad opera della Cassazione, ha annullato l’aggravante dell’ingente quantità di sostanza stupefacente nel reato di detenzione di droga ai fini di spaccio contestato a Cristian Burzì, 35 anni, originario di Cinquefrondi e residente in provincia di Bergamo, coinvolto nell’operazione denominata “Stammer 2” contro il narcotraffico gestito dai clan del Vibonese. In particolare, Cristian Burzì (difeso dagli avvocati Guido Contestabile, Francesco Mazzaferro e Francesco Schimio) è accusato in concorso con Domenico Mancuso, 43 anni, di Limbadi (figlio del boss Giuseppe cl. ’49) e di aver acquistato e venduto marijuana attraverso contatti di rifornimento olandesi nelle conoscenze di Mancuso.

