giovedì,Marzo 28 2024

Cane ucciso a Vibo, fra proteste degli animalisti e clan in attività – Video

La condanna da parte del vice presidente di "Animalisti italiani onlus", mentre in città non è la prima volta che la ‘ndrangheta si “firma” in questo modo

Cane ucciso a Vibo, fra proteste degli animalisti e clan in attività – Video

“Ci troviamo dinanzi ad una macabra intimidazione anche contro tutti gli attivisti che ogni giorno si battono per garantire maggiori tutele verso gli animali. Secondo i primi rilievi dell’Asp veterinaria l’animale, senza microchip, è stato torturato fino al giungere della morte”. Interviene anche Riccardo Manca, vice presidente di “Animalisti Italiani onlus” dopo il ritrovamento di un cane ucciso e lasciato appeso con le zampe posteriori legate alla maniglia dell’entrata di un negozio di abbigliamento in via Spogliatore a Vibo Valentia. “Quanto accaduto ci lascia sgomenti – spiega Riccardo Manca – e per questo presenteremo una denuncia contro l’ennesimo crimine efferato a danno dei nostri amici a quattro zampe, frutto a volte di un’insofferenza, completamente amorale, per la presenza sul territorio di animali vaganti e indifesi. Le autorità devono punire con estrema severità la feroce violenza nei confronti di un essere innocente. Da parte nostra c’è piena disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine, a cui esprimiamo la nostra piena fiducia, certi che le loro le indagini porteranno all’individuazione del responsabile”. Il vice presidente di Animalista Italiani onlus conclude quindi spiegando che: “La violenza sugli animali è indice di pericolosità sociale e per questo stiamo chiedendo con urgenza al Governo l’inasprimento delle pene attualmente previste dalla legge per chi maltratta o uccide gli animali. Ora bisogna agire senza fare sconti a nessuno. Gli animali sono nostri compagni di vita, nostri fedeli amici e una violenza di questo livello è intollerabile. Ci rivolgiamo a tutta la comunità della provincia calabrese perchè rompa il silenzio dell’omertà attorno a un vigliacco assassino che potrebbe colpire ancora”. Sin qui le affermazioni dell’esponente del mondo animalista che, lontano dalla conoscenza del modus operandi della criminalità organizzata, dà quasi per scontato che si tratti di un “vigliacco assassino” che ha scaricato la propria rabbia contro un cane indifeso. Potrebbe però non essere solo questo. Vigliaccheria a parte (che appare scontata), non è la prima volta che a Vibo Valentia (tralasciando il resto della Calabria) per intimidire commercianti, imprenditori e liberi professionisti, vengono uccisi degli animali e fatti recapitare ai destinatari degli avvertimenti. Lo scorso anno nel quartiere Affaccio dinanzi alla casa di un imprenditore era stato lasciato persino un delfino morto (in foto), mentre teste di maiali, capre, pecore, vitelli, gatti, galline e cani impiccati sono stati recapitati negli anni senza tanti complimenti. Saranno le indagini dei carabinieri, naturalmente, a dire se ci si trovi solo dinanzi ad un “vigliacco assassino” che se la prende con gli animali o se invece dietro il cane penzolante di via Spogliatore ci sia la “mano” della criminalità organizzata che in città rialza la testa e riprende ad intimidire i commercianti come avvenuto lo scorso anno facendo però uso di proiettili e benzina. Di certo, deceduti gli storici boss e cugini omonimi Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni”, e Carmelo Lo Bianco, detto “Sicarro”, e tolti dalla “piazza” personaggi scomodi come Francesco Scrugli (ucciso nel marzo del 2012) e Andrea Mantella (collaboratore di giustizia dal maggio 2016, in foto), in città sono da qualche anno ritornati a circolare liberamente i condannati della ‘ndrina “Lo Bianco-Barba” che hanno scontato le pene a seguito delle operazioni “Nuova Alba” e “Goodfellas”. Il 2019  sarà probabilmente l’anno decisivo per capire quanto le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Andrea Mantella e Raffaele Moscato possano rivelarsi determinanti per chiudere attività investigative capaci di fare un po’ di “pulizia” anche a Vibo Valentia. 

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