venerdì,Aprile 26 2024

Antimafia e diffamazioni a Limbadi: assolta la presidente di ConDivisa

L’attivista Lia Staropoli era finita sotto processo dopo le querele di padre e figlio, uno dei quali componente di Libera

Antimafia e diffamazioni a Limbadi: assolta la presidente di ConDivisa
Lia Staropoli

«Dopo 14 udienze ed il mutamento della composizione del Tribunale per due volte, la dott.ssa Lia Staropoli, attivista anti ‘ndrangheta e presidente dell’associazione ConDivisa, è stata assolta dal Tribunale di Vibo Valentia in composizione monocratica (dr. Gianfranco Grillone), dal reato di diffamazione aggravata nei confronti dei sig. Rizzo Giuseppe e Rizzo Salvatore, quest’ultimo appartenente all’associazione antimafia Libera di Vibo Valentia». E’ quanto comunica l’avvocato Adele Manno, che ha assistito Lia Staropoli nel corso del giudizio. «I signori Rizzo, infatti – spiega ancora l’avvocato – si erano riconosciuti in una serie di post pubblicati sul profilo facebook della dottoressa Staropoli, quali “Il figlio di un professionista dell’antimafia fidanzatissimo della figlia di mafiosi” ed altre frasi come: “Tranquilli che quando vi sposerete il servizio fotografico ve lo farà il Ros gratis”, risalente al 2015, e “Associazioni antimafia che si tengono dentro parenti di mafiosi mentre si intascano fondi” e infine altro post in cui si faceva riferimento ad un ​ “malandrino” che “aveva chiamato alle armi i cugini contro di lei” pubblicato nel novembre 2016».

Il Tribunale, con motivazione contestuale, ha dichiarato di non doversi procedere per i post del 2015 e per quello del 7 novembre 2016 – quelli del 2015 per tardività della querela, mentre quello del 2016 per omessa querela, atteso che si sarebbe eventualmente dovuta riconoscere nel post offensivo l’associazione Libera, non già i signori Rizzo. Lia Staropoli è stata così assolta “perché il fatto non sussiste”, atteso che l’accusa e le parti civili non sono comunque riuscite a fornire la prova dell’offesa conclamata della reputazione del querelante.​
Salvatore e Giuseppe Rizzo, padre e figlio, entrambi di Limbadi, si erano costituiti parte civile.

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