giovedì,Aprile 18 2024

Scioglimento Comune di Joppolo, respinto l’appello del Viminale

"L'amministrazione non andava sciolta per mafia". Il sindaco Dato e gli amministratori comunali rimangono al loro posto.

Scioglimento Comune di Joppolo, respinto l’appello del Viminale

Il sindaco Giuseppe Dato e l’amministrazione rimangono nel pieno delle loro funzioni. Il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto il ricorso presentato dal ministero dell’Interno avverso il pronunciamento del Tar del Lazio che aveva invalidato lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, su richiesta del primo cittadino e di altri amministratori, in “quanto non esistevano i presupposti per lo scioglimento”.

Avverso tale decisione il ministero proponeva i seguenti motivi d’appello: “E’ emerso come l’elezione di un consigliere comunale sia stata favorita dal fattivo interessamento del cugino, a sua volta sposato con la figlia di un personaggio di spicco della consorteria locale e coinvolto, insieme a quest’ultimo, nell’inchiesta giudiziaria denominata “Black money”.

Il riferimento nella relazione ministeriale, poi, “alle frequentazioni e alle parentele di amministratori e dipendenti serve essenzialmente a delineare il contesto in cui si inseriscono i singoli episodi presi in considerazione, i quali, nel loro insieme, evidenziano l’efficacia condizionante dei canali attraverso i quali si è attuata, nella concreta realtà contingente, la pressione della criminalità organizzata”.

In tal senso vengono sottolineate “la partecipazione ai festeggiamenti per le lezioni di stretti congiunti di esponenti di spicco del sodalizio radicato nel territorio; i rapporti intrattenuti da una pluralità di amministratori e funzionari controllati dalle forze dell’ordine in compagnia di un elemento di primo piano della ‘ndrangheta locale e di persone vicine al clan dominante in un comune limitrofo”. Tutte motivazioni, come detto, ritenute infondate dal Consiglio di Stato che ha confermato la sentenza del Tar: l’amministrazione non andava sciolta.

Quanto ai rapporti ed alle frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata il Collegio, nel dispositivo, tra le altre cose, osserva con riferimento alla persona del sindaco, che lo stesso era indagato non per “associazione di tipo mafioso” ma per fatti attinenti alla sua attività professionale. Inoltre il dato della partecipazione di elementi della criminalità ai festeggiamenti per la vittoria elettorale, “è di per sé un dato ‘neutro’, se dello stesso non vengono posti in rilievo la inusualità della presenza di un soggetto all’evento, la necessità di particolari modalità di accesso, il ruolo attivo svolto nella manifestazione. Tali circostanze non appaiono evidenti nel caso di una manifestazione pubblica, coinvolgente buona parte di una piccola comunità locale, la partecipazione alla quale non è in generale dimostrativa nemmeno della ‘appartenenza’ o ‘vicinanza/simpatia’ al gruppo vincitore della competizione elettorale”.

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