Rigettata la proposta di sorveglianza speciale per giovane di Limbadi
E’ coinvolto nell’operazione antidroga Handover contro i clan Pesce e Cacciola di Rosarno

Il Tribunale sezione misure di prevenzione di Reggio Calabria ha rigettato la proposta di applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno avanzata nei confronti di Piero Schimio, 26 anni, di Mandaradoni Limbadi. Accolte così le argomentazioni prospettate dall’avvocato Francesco Capria. La proposta avanzata dal questore di Reggio Calabria traeva origine dal coinvolgimento di Schimio nell’indagine “Handover- Pecunia Olet”, nella quale era accusato di aver avuto contatti con soggetti appartenenti alle famiglie Pesce e Cacciola di Rosarno per l’acquisto di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Nel processo è stato condannato a 3 anni. [Continua in basso]
Invero, in base a quanto sostenuto dall’avvocato Francesco Capria, allo stato Piero Schimio è un soggetto incensurato e le sue pendenze per reati in materia di stupefacenti si riferiscono a fatti commessi tempo addietro e non sarebbero dimostrative di una pericolosità sociale attuale del proposto. Tra l’altro, il difensore ha fatto rilevare che, in base ai principi della Suprema Corte,il mero coinvolgimento in procedimenti penali non può costituire, di per sé, l’elemento indiziante ai fini dell’ applicazione della misura di prevenzione.
Altro elemento valorizzato nella proposta di applicazione della misura riguardava la frequentazione di soggetti gravati da precedenti di polizia e precedenti penali. Anche sul punto il difensore ha fatto rilevare che si trattava di episodi non indicativi di una pericolosità sociale del proposto. Alla luce di ciò, il Tribunale ha rigettato la proposta avanzata nei confronti di Piero Schimio.