Truffa e falso: operazione Phishing, cinque condanne a Vibo e un’assoluzione
Sentenza del Tribunale collegiale. Il gruppo avrebbe operato nel Vibonese, nel Cosentino ed in Piemonte


Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Grillone presidente, a latere Conti e Passarelli) ha emesso la sentenza relativa all’operazione denominata “Phishing” su un’attività di indagine avviata sul finire del 2014 e conclusasi nel febbraio del 2015. Questa la sentenza: 2 anni e 6 mesi per Vincenzo Melluso, 50 anni, di Vibo Valentia; 2 anni per Rocco Foti, di 40 anni, di Vibo Marina; 2 anni per Rosario Foti, di 60 anni, di Vibo Marina; 4 anni per Antonio Abate, di 44 anni, di Longobardi (frazione di Vibo), più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici; un anno per Samantha Travaglia, 29 anni, originaria di Stefanaconi ma domiciliata a Vibo Marina; assoluzione per Rocco Visciglia, 50 anni, di Acquaro (il pm aveva chiesto 4 anni e 2 mesi). [Continua in basso]
Associazione a delinquere, falso e truffa. Questi i reati contestati con l’operazione Phishing. Abate è accusato di essere stato il promotore dell’associazione a delinquere, Rocco e Rosario Foti sarebbero invece intestatari di sim e carte prepagate utilizzate nella commissione di singole truffe, con Melluso che si sarebbe invece occupato di truffe in prima persona e di falsificare documenti di identità e titoli bancari. Travaglia avrebbe infine collaborato con i Foti. Vincenzo Melluso, Antonio Abate e Rocco Foti sono stati assolti da un capo d’imputazione per truffa.
Le truffe scoperte dai carabinieri e dalla Procura di Vibo con l’operazione “Phishing” sarebbero state commesse nel Vibonese, nel Cosentino ed in Piemonte con il versamento agli imputati, da parte di clienti on line, di somme di denaro per merce (telefonini, strumenti musicali e computer) mai consegnata fra il 2014 e gennaio 2015. Il gruppo attraverso la pubblicazione di annunci on-line relativi alla vendita di strumenti musicali, materiale informatico e merce di vario tipo, sarebbe riuscito – secondo l’accusa – a truffare gli ignari acquirenti i quali, tratti in inganno da offerte talvolta accattivanti, avrebbero versato su carte prepagate o conti correnti riconducibili agli imputati il corrispettivo in denaro senza ricevere nulla in cambio.
Nel collegio di difesa gli avvocati Demetrio Procopio, Salvatore Sorbilli, Nazzareno Latassa e Marcello Scarmato.