mercoledì,Maggio 1 2024

Inchiesta sull’Aterp di Vibo: reati in prescrizione dopo 4 anni di udienza preliminare

Il nuovo gup ha oggi invitato i difensori ad interloquire sull’eventuale rinuncia alla prescrizione. Nella prossima udienza verrà dichiarato il non luogo a procedere per 16 indagati per decorso del tempo dalla data di contestazione dei reati. La richiesta di rinvio a giudizio risale al gennaio 2018

Inchiesta sull’Aterp di Vibo: reati in prescrizione dopo 4 anni di udienza preliminare
Tonino Daffinà

Finisce in prescrizione il procedimento penale aperto per far luce sull’acquisto del palazzo dell’Aterp in via Machiavelli a Vibo Valentia. Quattro anni di udienza preliminare non sono infatti bastati all’ufficio gup del Tribunale di Vibo Valentia per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Vibo Valentia nel gennaio 2018 nei confronti di 16 indagati. Il nuovo gup, Giorgia Ricotti, subentrata oggi al precedente giudice Francesca Del Vecchio (trasferita in altra sede), in apertura di udienza ha fatto presente ai difensori degli indagati ed all’ufficio di Procura – oggi in aula con il pm Olimpia Anzalone – che i reati contestati sono ormai caduti in prescrizione. Quindi ha invitato le parti – pubblica accusa e difesa – ad interloquire sulla prescrizione invitando i difensori a far sapere se qualcuno dei rispettivi assistiti era per caso intenzionato a rinunciare alla prescrizione stessa. L’udienza è stata quindi rinviata a giovedì prossimo quando al gup non resterà che dichiarare per i 16 imputati il «non luogo a procedere per intervenuta prescrizione». [Continua in basso]

La giustizia “lumaca” a Vibo

La chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura risale al novembre del 2017 e la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 16 indagati è stata avanzata nel gennaio del 2018 e ribadita in aula dal pm il 31 ottobre 2019. Diverse le udienze andate a vuoto negli anni con rinvii abbastanza lunghi: come quella del 10 maggio 2018 saltata per difetti di notifica agli indagati del decreto con la richiesta di rinvio a giudizio e poi quella del 22 novembre 2018 andata a vuoto per lo sciopero delle Camere penali. Quindi il rinvio del 27 giugno 2019 poiché il gup in tale data trattava solo udienze con detenuti, e l’udienza del 31 ottobre 2019 con l’intervento in aula del pm. Il 17 settembre 2021, quindi, si è registrata la discussione dei difensori di alcuni imputati dinanzi al gup Francesca Del Vecchio che ha rinviato all’udienza del 4 febbraio scorso. In tale data nuovo rinvio a giugno sino all’udienza odierna quando il nuovo gup, Giorgia Ricotti, ha fatto notare che i reati sono ormai caduti in prescrizione. Quattro anni, dunque, di udienza preliminare ed a Vibo Valentia non si è riusciti neppure ad arrivare a processo vanificando così anni di indagini e sforzi investigativi della Guardia di finanza.

La richiesta di rinvio a giudizio

Domenico Pallaria

In particolare, il processo era stato chiesto dal pm per: Domenico Pallaria, 63 anni, di Curinga, direttore generale della Regione Calabria; Nazzareno Guastalegname, 72 anni, imprenditore di Stefanaconi e proprietario dell’immobile in cui ha sede a Vibo l’Aterp; Antonino Daffinà, 61 anni, di Vibo, ex commissario dell’Aterp di Vibo esponente di Forza Italia; Giuseppe Gentile, 78 anni, di Cosenza, già assessore e consigliere regionale di Forza ItaliaGiuseppe Maria Romano, 73 anni, di Tropea, ex direttore generale dell’Aterp, già sindaco di Tropea, attuale consigliere comunale di minoranza a Tropea; Michele Montagnese, 77 anni, di Vibo Valentia, ex sindaco della città capoluogo; Antonino Stagno, 50 anni, imprenditore di San Calogero, socio di Guastalegname nell’acquisto del palazzo poi divenuto sede dell’Aterp; Emilio Minasi, 69 anni, di Cosenza; Luciano De Pascali, 64 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Raffele, 54 anni, di Serra San Bruno, ex direttore tecnico dell’Aterp, ex consigliere provinciale e candidato alla presidenza della Provincia di Vibo nel 2014 con Udc/Ncd (indagato per abuso d’ufficio e turbativa d’asta); Antonio Capristo, 63 anni, di Rossano; Nicola Barbuto, 75 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Serafino Fiamingo, 46 anni, di Zungri; Giuseppe Pepe, 76 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Nicola Bosco, 81 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Vito Caglioti, 81 anni, di Soriano Calabro (ex revisore dei conti dell’Aterp). Nel procedimento sull’Aterp vengono a vario titolo ipotizzati i reati di truffa aggravata, abuso d’ufficio in concorso, falsità ideologica e turbativa d’asta.

L’inchiesta è stata avviata nel 2015 quando la Guardia di finanza – oltre alla documentazione relativa a 32 assunzioni con contratti a progetto – aveva acquisito tutta la documentazione relativa all’acquisto, per la somma di 2 milioni e 800mila euro, della sede in cui sono ubicati gli uffici dell’Aterp di Vibo. L’edificio era stato acquistato dall’Aterp guidata da Antonino Daffinà (in quota Forza Italia) quando già si sarebbe avuta piena consapevolezza, ad avviso degli investigatori, che la legge regionale numero 24 del 2013 avrebbe di lì a poco soppresso l’Aterp di Vibo Valentia ed accorpato tutte le Aterp provinciali in un’unica azienda regionale. I soldi utilizzati per comprare la nuova sede dell’Aterp di Vibo provengono dal fondo ex Gescal (Gestione case per i lavoratori) che doveva invece servire a ben altri scopi. 

PER LE SINGOLE ACCUSE LEGGI QUI: Inchiesta sull’Aterp di Vibo Valentia: chiuse le indagini preliminari per 16 indagati

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