giovedì,Aprile 25 2024

Narcotraffico e raffineria della cocaina a Spilinga: 4 annullamenti con rinvio in Cassazione

Diviene invece definitiva la condanna per uno degli imputati del troncone celebrato con rito abbreviato. Il verdetto dopo un altro annullamento con rinvio della Suprema Corte per il troncone dell’abbreviato

Narcotraffico e raffineria della cocaina a Spilinga: 4 annullamenti con rinvio in Cassazione

Quattro annullamenti con rinvio e un rigetto del ricorso della difesa con sentenza che va quindi definitiva. Questa la decisione della seconda sezione penale della Cassazione nel processo con rito abbreviato nato dall’operazione antidroga denominata Overing contro il narcotraffico internazionale di cocaina. Da rifare il processo di secondo grado – con un nuovo giudizio dinanzi ad altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro – nei confronti di: Domenico Cino, 69 anni, di Spilinga, condannato nel gennaio dello scorso anno a 10 anni di reclusione; Fabrizio Cortese, 50 anni, di San Gregorio d’Ippona (che si vede annullare con rinvio la condanna a 15 anni ed 8 mesi); Francesco Cortese, di 53 anni, pure lui di San Gregorio d’Ippona (era stato condannato in appello a 8 anni e 4 mesi); Salvatore Jacopetta, 64 anni, di Gioiosa Jonica (2 anni e 10 mesi, più 13mila euro di multa nel precedente giudizio d’appello annullato). Per tali imputati si tratta del secondo annullamento con rinvio a d opera della Suprema Corte. Rigetto del ricorso e sentenza che passa invece in giudicato per Roberto Piras, 76 anni, di La Spezia (4 anni e 4 mesi in precedenza, difeso dagli avvocati Rattelli e Rapata). Non aveva invece appellato la sentenza in Cassazione Rocco Logozzo, 54 anni, di Marina di gioiosa Jonica, condannato il 14 gennaio 2021 a 7 anni e 34mila euro di multa. Domenico Cino è difeso dagli avvocati Francesco Schimio, Giorgio Vianello Accorretti e Valerio Vianello Accorretti, i fratelli Cortese dall’avvocato Reitano, mentre Salvatore Jacopetta è assistito dagli avvocati Brancati e Fuda. [Continua in basso]

Il processo in primo grado si era svolto dinanzi al gup con il rito abbreviato e da qui lo sconto di pena di un terzo per gli imputati, tutti accusati di aver importato diversi chili di cocaina nel territorio italiano dal Sud America con un accordo fra vibonesi e reggini per la ripartizione dei ruoli e la suddivisione dei guadagni. L’operazione era stata condotta dal Ros di Catanzaro e nasce da un troncone della più nota operazione “Decollo” del 2004. La raffineria per la cocaina era stata scoperta in un casolare di campagna a Panaia di Spilinga di proprietà del vibonese Domenico Cino. Nel corso delle indagini, i carabinieri del Ros sono arrivati a sequestrare sino a 600 chili di cocaina, sbarcata in diversi porti, fra i quali anche quello di Gioia Tauro. Altri imputati sono stati invece già giudicati e condannati nel processo che si è svolto con rito ordinario e fra loro anche narcos colombiani. Nel corso del processo si è registrata anche la collaborazione di Domenico Trimboli, noto come “il boss dei due mondi” del narcotraffico, nato a Buenos Aires ma con la famiglia originaria di Natile di Careri, nella Locride. Si tratta di uno più grandi «broker» della ‘ndrangheta calabrese al mondo che ha movimentato tonnellate di cocaina, la sua specialità assoluta.

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