mercoledì,Aprile 24 2024

Il campo sportivo di Gerocarne intitolato a Filippo Ceravolo

Disco verde della Prefettura, dopo la delibera adottata dal Comune. La famiglia, però, da anni aspetta che gli assassini siano arrestati. Papà Martino: «Un’attesa sconfortante»

Il campo sportivo di Gerocarne intitolato a Filippo Ceravolo
Il campo sportivo intitolato a Filippo Ceravolo

C’è il via libera della Prefettura di Vibo Valentia: il campo sportivo di Gerocarne, dove è cresciuta la sua passione per il calcio, sarà intitolato a Filippo Ceravolo, vittima innocente della ‘ndrangheta, vittima senza ancora giustizia, assassinato a soli diciannove anni per errore in un agguato di mafia il 25 ottobre 2012. L’Ufficio territoriale del governo di Vibo Valentia concede così il disco verde dopo la delibera assunta dal Comune di Gerocarne lo scorso 23 settembre, una volta acquisito il parere positivo della Deputazione di storia patria della Calabria e l’informativa del Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia del 6 dicembre 2022. «Non si evincono controindicazioni», si legge nell’autorizzazione prefettizia che di fatto ribadisce come il giovane di Soriano fosse un ragazzo totalmente estraneo a contesti di criminalità organizzata, ciò nell’attesa – estenuante, alla luce degli anni trascorsi – che i suoi assassini siano assicurati alla giustizia. [Continua in basso]

Filippo Ceravolo
Filippo Ceravolo

L’iniziativa del Comune guidato dal sindaco Vitaliano Papillo, che già nei mesi scorsi aveva reso patrimonio collettivo la memoria del ragazzo della vicina Soriano attraverso un grande evento che ha coinvolto le scuole e le istituzioni del territorio, viene accolta con gratitudine dalla famiglia Ceravolo e, in particolare, dal papà Martino, capace in questi dieci anni di trarre, da un immane dolore sempre vivo, la forza di combattere affinché suo figlio abbia giustizia e la sua battaglia divenga esemplare per tutte quelle famiglie che hanno vissuto un dramma analogo al suo. «Sono tante, troppe – dice Martino Ceravolo – le famiglie che attendono giustizia. E chi come noi ha contribuito più che poteva nel sostenere l’operato della magistratura e delle forze dell’ordine non può che sentirsi sconfortato. È un nostro diritto guardare in faccia e vedere in un’aula di Tribunale e poi in galera chi ci ha strappati un figlio in una maniera così spietata e ingiusta. Noi non vogliamo perdere la speranza, ma gli anni passano e l’amarezza cresce accanto ad un dolore che non può andare via».
È la solidarietà collettiva a lenire il dramma della famiglia Ceravolo: «I ragazzi sanno chi era mio figlio e conoscono il suo sacrificio, attraverso cui – continua papà Martino – comprendono quanto profonda ed evidente sia la distinzione tra il bene ed il male e quanto la ‘ndrangheta, che noi chiamiamo col suo nome e senza paura, faccia del male alla nostra terra. Io credo – conclude – che rendere giustizia a Filippo possa dare davvero credibilità alla magistratura e alle forze dell’ordine, soprattutto agli occhi delle nuove generazioni che sentiamo accanto ogni giorno, iniziando dai ragazzi che da oggi giocheranno allo stadio “Filippo Ceravolo” di Gerocarne».

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