giovedì,Aprile 18 2024

Rinascita Scott: nuove prove contro l’imputato Pittelli dall’operazione Olimpo

La Dda di Catanzaro chiede al Tribunale di Vibo l’acquisizione di ulteriori risultanze contro l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia. Gli “affari” con Domenico Galati, quelli con il duo Anastasi-Calafati e poi le intercettazioni fra i politici per le "talpe" nelle forze dell'ordine e le notizie veicolate al boss Luigi Mancuso

Rinascita Scott: nuove prove contro l’imputato Pittelli dall’operazione Olimpo
Pittelli intervistato da Studio Aperto Mag

L’acquisizione di nuovi mezzi di prova è stata richiesta dalla Dda di Catanzaro nel processo Rinascita Scott in corso di svolgimento nell’aula bunker di Lamezia Terme dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Fra tali nuovi elementi probatori, particolare significato la Procura distrettuale attribuisce ad una memoria che interessa la posizione dell’imputato Giancarlo Pittelli, avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia. Nella stessa sono inoltre confluite le risultanze della recente operazione antimafia denominata Olimpo che coinvolgono pure Giancarlo Pittelli, la cui figura sarebbe connotata da una spiccata inclinazione ad avvalersi di connivenze e contributi extra ordinem di personaggi operanti all’interno delle forze di polizia, servizi di intelligence e personale di Cancelleria per ottenere informazioni riservate”. Una sorta di rete relazionale, che per la sua solidità, è risultata idonea addirittura ad indurre variegate figure istituzionali – rimarca la Dda – a contravvenire ai loro doveri professionali e deontologici, consegnando a Pittelli informazioni riservatissime”. [Continua in basso]

L’inchiesta Olimpo e Pittelli

Agostino Redi

Anche in Olimpo la figura di Pittelli emerge dapprima grazie al monitoraggio degli indagati Domenico Salvatore Galati di Monterosso Calabro (già collaboratore di Pittelli) e Agostino Redi (dentista di Limbadi ritenuto vicino al boss Luigi Mancuso) ed in particolare in un’intercettazione risalente alla mattina di sabato 29 giugno 2019: conversazione dalla quale si desume che Galati non si fosse limitato a subire gli effetti dell’assunta vicinanza al Pittelli, prestandosi piuttosto scientemente – sottolinea la Dda – ad una strategia di investimento di Luigi Mancuso – assurgendo, quindi, a figura di garanzia in tal senso – vicenda che si pone in continuità con gli accertamenti esposti in Rinascita Scott in ordine all’affare “Trust Plaston”. Evidenza che vedeva collegati gli interessi dell’avvocato Giancarlo Pittelli e quelli di Luigi Mancuso (interfacciatisi attraverso l’intervento di Giovanni Giamborino), anche se, formalmente comparivano Salvatore Domenico Galati, Francesco Ferdinando Basile ed Egidio Di Sora (amministratore unico della Trust Plastron).

Nel frangente l’imprenditore vibonese si confrontava con due soggetti dall’accento spiccatamente reggino (rimasti ignoti), alla presenza di Agostino Redi e di Pasquale Gallone.
Dal dichiarato intercettato nel frangente emergeva, quindi, come l’intento degli interlocutori coinvolti nel summit fosse quello di risolvere la situazione in cui versava la società: situazione che vedeva le sorti di Galati accomunate a quello di tale “Marcello”, e che interessava anche la presunta cessione di un credito societario”.
Che la vicenda vedesse coinvolto – a monte – Giancarlo Pittelli, per la Dda di Catanzaro appare “documentato dalla diretta chiamata in causa dell’interessato, nella parte in cui Galati aggiungeva che “c’è quell’ansioso di Pittelli pure nel mezzo, sventurato, e io gli impegni vanno mantenuti poi!”.
Che, poi, l’imprenditore fosse addentro anche a movimentazioni di denaro condotte nell’interesse di Luigi Mancuso risulta provato che (sempre riferito a Pittelli): “… l’altro giorno è andato a parlare pure con Luigi…si è fatto mandare, gli hanno fatto mandare da un certo Prenestì 4 milioni di dollari sul conto corrente!; sul punto l’intercettato ragguagliava ancora Redi sulla circostanza che: “Gli sono arrivati a Giancarlo…adesso a questo lo hanno arrestato e quindi per questo è ansioso lui”.

Anastasi e Calafati

Pasquale Anastasi

Nell’operazione Olimpo sono coinvolti anche l’imprenditore vibonese Vincenzo Calafati e Pasquale Anastasi, ex dirigente del Dipartimento Turismo della Regione Calabria e già presidente della Fondazione di Paravati voluta dalla mistica Natuzza Evolo. “I due, prima di programmare l’acquisizione del villaggio di Pizzo (inteso l’ex Club Med degli Stillitani), avevano un progetto più ambizioso da sottoporre al brand tedesco Tui, cioè quello della costruzione di un villaggio nella zona di Squillace, progetto che, per svariate motivazioni, non è stato più sviluppato. Anche in questa occasione – sottolinea la Dda – affiorava chiaramente l’interesse dell’avvocato Pittelli, evidenza emersa già in un colloquio captato in ambientale tra i due il 14 aprile 2017 (Range Rover in uso a Calafati), in cui Anastasi riferiva al suo interlocutore di essere stato contattato da Pittelli, desideroso di avere notizie. [Continua in basso]

L’interesse di Pittelli

Giancarlo Pittelli

Le evidenze emerse in corso di intercettazione avevano, quindi, “documentato come gli intermediari (Calafati/Anastasi) intendessero (per un verso) garantire ai costruttori il profitto tratto dalla edificazione della struttura (onorando così la parola data), proponendosi poi (in seconda battuta) di ampliare – per ragioni anche di opportunità – il numero dei soggetti coinvolti nell’affare: soggetti tra i quali avrebbe dovuto figurare anche “Giancarlo”, da inserire nell’“accordo di programma” secondo la modalità più aderenti al profilo imprenditoriale dell’interessato”.

Che “Giancarlo” possa identificarsi nell’avvocato Pittelli, ad avviso della Procura distrettuale emerge dalla chiamata in causa (in chiaro) del professionista nel corso della conversazione intercettata in data 14 aprile 2017 (Anastasi) alla quale sarebbe poi seguito il contatto telefonico registrato con l’interessato nel corso dell’altra captazione”.

Che la funzione di “Giancarlo” (che “li difende tutti”) fosse, poi – nell’intendimento del dichiarante – quella di rendere più agevole la fase di avvio del progetto sul territorio sotto il profilo dell’accreditamento presso le consorterie criminali operanti in loco, appare ipotizzabile all’evidenza dell’esternazione di Calafati secondo cui “la zona è relativamente tranquilla” e “tra di loro (riferendosi, verosimilmente, agli esponenti della criminalità) si conoscono al 110%”.  L’ipotesi sarebbe in tal senso confortata dalle risultanze dell’operazione Rinascita Scott che vede Pittelli indicato come concorrente esterno alle articolazioni di ndrangheta presenti sul territorio”.

I legami di Pittelli con le forze dell’ordine

A conferma, ad avviso della Dda di Catanzaro, del legame che Giancarlo Pittelli avrebbe vantato con alcuni esponenti delle forze dell’ordine, viene quindi in rilievo una conversazione intrattenuta da Pasquale Anastasi (indagato nell’inchiesta Olimpo per traffico di influenze illecite e recentemente rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame) con l’ex parlamentare Ferdinando Aiello e con l’ex consigliere regionale Nicola Adamo in data 12 gennaio 2019.

Nella circostanza i tre si confrontavano su vicende giudiziarie la cui lettura è parsa coerente con le inchieste convenzionalmente denominate “E’ dovere” e “Lande Desolate”, entrambe sfociate in provvedimenti cautelari eseguiti rispettivamente in data 26 giugno e 12 dicembre 2018, ovvero in data comunque antecedente alla captazione. Emergeva – quindi – l’esplicito riferimento ad “un informatore che riesce ad entrare, che era della Dia, che ora un po’ l’hanno messo da parte però ancora riesce ad avere qualche informazione”. Secondo quanto dichiarato, la fonte avrebbe, infatti, partecipato le informazioni al terzo (ovvero a “lui”) che le aveva poi condivise con Anastasi dopo essersi adoperato per ottenerle”.

Nel frangente, Ferdinando Aiello non esitava, pertanto, a precisare che “mo’ è dentro i servizi quell’informatore, suo..”, indicandolo in persona di Michele Marinaro.

Viene poi in rilievo la conversazione nella parte in cui viene disvelato il nome di colui (ovvero il “lui”) che si era fatto tramite delle informazioni condivise da Anastasi.
L’identità dell’intermediario emerge, infatti, allorquando Ferdinando Aiello (che è stato anche componente della Commissione Difesa) recriminava – questa volta in chiaro – di essere stato lui a favorire l’ingresso del Marinaro nei Servizi, a dispetto del fatto che “Michele” portasse imbasciate a Pittelli, inteso come l’avvocato Giancarlo Pittelli”. Nell’intercettazione valorizzata dalla Dda di Catanzaro si iporta infatti tale frase attribuita all’ex parlamentare Aiello: a Michele dentro i Servizi…fa le ‘mbasciate a Pittelli ma ce l’ho messo io!”.

Marinaro e Pittelli

Luigi Mancuso

Il rapporto fiduciario tra Marinaro e Pittelli, per la Dda trova riscontro nell’inchiesta Rinascita Scott nella parte in cui viene ricostruita la dinamica che vedeva il militare sollecitare “informalmente” il collaboratore di giustizia Andrea Mantella allo scopo di apprendere i contenuti di eventuali propalazioni a carico di Luigi Mancuso, veicolate al boss proprio per il tramite di Pittelli.
Per altra via, che l’assegnazione di Marinaro alla Presidenza del Consiglio fosse stata agevolata proprio da Aiello – così confortando il dichiarato dell’ex parlamentare – risulta provato dalle risultanze dell’inchiesta denominata Brooklyn”.

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