giovedì,Marzo 28 2024

Nuovo ospedale, la Cisal vuole vederci chiaro

Il segretario nazionale Francesco Cavallaro chiede spiegazioni all’Asp sul rispetto dei tempi di consegna della progettata struttura sanitaria dopo l'arresto del presidente della società che si è aggiudicata i lavori

Nuovo ospedale, la Cisal vuole vederci chiaro

L’allarme rosso scattato negli ultimi giorni legato alla notizia rimbalzata da una inchiesta giudiziaria di Padova che ha portato all’arresto di cinque persone e tra questi anche l’imprenditore di Rovigo, Saverio Guerrato, presidente e legale rappresentante dell’omonima società per azioni che nel 2014 si aggiudicò i lavori di appalto per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Vibo Valentia, aggiunge ulteriori dubbi sul rispetto della data, giugno 2017, indicata per la consegna chiavi in mano all’Asp di Vibo Valentia della nuova struttura. Il segretario nazionale della Cisal Carmine Cavallaro interviene per chiedere chiarimenti proprio sui tempi di realizzazione del nuovo ospedale.

«Costituiscono un fondato motivo di credibilità – si domanda Cavallaro – le recenti dichiarazioni del dg Angela Caligiuri? Le sue convinte precisazioni sugli effetti dell’arresto del presidente della Società di Rovigo che si è assicurata l’appalto dei lavori, sono a dir poco avvilenti. Anche questa vicenda incomincia ad assumere i contorni di una telenovela. Prima che il management dell’Asp faccia conoscere le sue decisioni in ordine alla verifica dei cosiddetti requisiti di moralità utili per confermare l’impegno sulla concretezza del contratto d’appalto sottoscritto, in illo tempore, con la Regione Calabria, i cittadini vibonesi si chiedono che ne sarà ora del progetto esecutivo affidato alla “Vibo Hospital Service spa” che consorzia “Guerrato spa”, “Costruzioni Propcopio srl”, e l’impresa “Carchella spa”. L’Asp, secondo l’attuale manager, ritiene ininfluente quanto accaduto nei giorni scorsi a Rovigo. Ne importa più di tanto il fatto che Saverio Guerrato possa essere ritenuto, per la magistratura, un mafioso o un delinquente».

Ma uno dei motivi, secondo Cavallaro, per cui i cittadini vibonesi tendono a perdere ogni speranza sul progetto è determinato dal fatto che «l’Azienda, grazie al groviglio burocratico in cui l’ha cacciato la Regione Calabria, non riesce ad essere chiara fino in fondo con chi ha il diritto di sapere i dati ufficiali e non quelli “pendolari” sulla data legata alla fatidica consegna chiavi in mano della struttura».

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