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Inchiesta Maestrale, la Dda su Vito Pitaro: «Trait d’union delle varie consorterie e in contatti con la criminalità organizzata»

Dall’indagine del procuratore Nicola Gratteri emerge la politica dei favori e delle raccomandazioni nel Vibonese, scavalcando anche le liste d’attesa negli ospedali di Tropea e Vibo. L’ex consigliere regionale intercettato sulla sua utenza telefonica. Nel “mirino” i concorsi per Oss e gli appalti per i rifiuti a Briatico e Mileto

Inchiesta Maestrale, la Dda su Vito Pitaro: «Trait d’union delle varie consorterie e in contatti con la criminalità organizzata»
Una corsia di un ospedale e nel riquadro a sinistra Vito Pitaro, a destra il procuratore Nicola Gratteri

Continua a riservare diverse “sorprese” l’inchiesta Maestrale-Carthago della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Accende infatti i riflettori anche sull’ex consigliere regionale, Vito Pitaro, eletto nel gennaio 2020 con la lista “Santelli presidente” e non ricandidato (i motivi non sono mai stati resi pubblici) nelle regionali che hanno visto affermarsi alla presidenza Roberto Occhiuto nell’ottobre 2021. Il suo nome finisce non solo nel capo di imputazione dell’ex assessore del Comune di Mileto, nonché imprenditore, Domenico Colloca (arrestato per associazione mafiosa) – al quale Pitaro sarebbe legato – ma anche in diversi passaggi dell’inchiesta dove è stato anche direttamente intercettato nel medesimo procedimento penale sfociato nell’operazione “Maestrale-Carthago”. [Continua in basso]

I rifiuti a Briatico e i voti a Pitaro

Vito Pitaro

Un intero capitolo dell’inchiesta la Dda di Catanzaro lo dedica alla “gestione della raccolta dei rifiuti per il Comune di Briatico”, per cui è divenuta aggiudicataria la società Muraca. “Come accaduto nel Comune di Mileto, anche a Briatico la società Muraca aveva continuato ad operare – sottolinea la Procura distrettuale – in regime di prorogatio sino all’aggiudicazione della successiva procedura negoziata perfezionata dall’ente. In tale contesto è stato più volte evidenziato il ruolo degli apparati amministrativi, sia di Mileto che di Briatico. Effettivamente, il Comune di Briatico è stato sciolto per infiltrazioni mafiose a seguito della relazione della Commissione d’accesso”. La Dda ricorda quindi che sindaco dell’ultima amministrazione di Briatico, sciolta per infiltrazioni mafiose nel maggio 2018, era Andrea Niglia (di recente prescritto in appello per corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose, dopo la condanna in primo grado a due anni, nel processo “Costa Pulita”, nonché ora indagato a piede libero per truffa aggravata dalle finalità mafiose nell’operazione Maestrale per un concorso pubblico che l’ha visto protagonista).
Effettivamente è opportuno evidenziare che proprio nel periodo di gestione amministrativa di Niglia – sottolinea la Ddaa proposito della gestione dei rifiuti a Briatico – venivano adottati i sopra citati provvedimenti amministrativi. Oltre ciò, deve essere circostanziato il ruolo di Vito Pitaro, soggetto che verrà ampiamente descritto nei paragrafi successivi ed i cui contatti con esponenti politici vibonesi e con esponenti della criminalità organizzata – rimarca la Procura distrettuale – hanno assicurato allo stesso un sostegno elettorale fino a farlo giungere ad essere eletto quale Consigliere regionale della Regione Calabria”.

Il ruolo di Pitaro tra le ditte e l’allora sindaco Niglia

Andrea Niglia

Il ruolo di Vito Pitaro negli appalti concernenti i rifiuti viene così spiegato dal procuratore Gratteri e dai pm De Bernardo, Frustaci e Buzzelli: Invero proprio Vito Pitaro risulta essere il trait d’union tra le ditte aggiudicatrici dell’appalto ed il sindaco Andrea Niglia”. Nello specifico, la Dda ha documentato “vari contatti” tra il titolare di una ditta che si occupa di rifiuti e Vito Pitaro. “Nella fattispecie attraverso un’intercettazione si evince che Vito Pitaro, nell’ottobre 2017, invitava un’azienda dello stesso proprietario, a smaltire i rifiuti” provenienti da altra ditta “che stava operando un lavoro pubblico presso il comune di Parghelia”. Per la Dda “appare utile evidenziare che in tale frangente Pitaro non ricopriva alcuna carica pubblica ed è chiaramente sintomatico di come lo stesso, nell’intraprendere tali contatti, avvalori il fatto di come le aziende siano individuate – a più livelli – per la gestione dei rifiuti”. [Continua in basso]

Pitaro trait d’union delle consorterie del territorio

Proprio sulla figura di Vito Pitaro (passato da sinistra a destra nell’arco della sua carriera politica), la Dda di Catanzaro non ci gira troppo attorno e non ci va per il sottile, così definendolo alla luce di quanto emerso nell’inchiesta Maestrale-Carthago: Avvocato e politico, la cui figura rappresenta il trait d’union delle varie consorterie del territorio”.

Pitaro e le liste d’attesa scavalcate in ospedale

L'ingresso ai reparti dell'ospedale di Tropea
L’ospedale di Tropea

Le attività intercettive hanno quindi consentito di acclarare che l’attività professionale svolta da un medico ospedaliero è rimasta asservita a dei specifici regimi di influenze e logiche clientelari di Vito Pitaro, il quale interloquisce con lo stesso al fine di anticipare e prenotare visite” all’ospedale di Tropea “per amici e parenti,  scavalcando tutte le liste di attesa”. A riprova di ciò, i magistrati riportano una serie di telefonate intercettate “sull’utenza in uso a Pitaro Vito”. Dalle telefonate del marzo e del novembre 2018, ma anche nell’aprile 2019, si evince in particolare che Vito Pitaro in un’occasione ha chiesto al medico la cortesia di un esame riguardante un suo conoscente al fine di anticipare, rispetto alla prenotazione, una visita”. In altra occasione Vito Pitaro si è invece interessato del proprio cugino chiedendo al medico (sempre accondiscendente) di poter anticipare la visita.

Non solo all’ospedale di Tropea, ma anche all’ospedale di Vibo Valentia Vito Pitaro avrebbe avuto una corsia preferenziale rispetto ai comuni mortali. Ciò grazie “a specifici rapporti” tra Vito Pitaro ed altro primario ospedaliero che è stato anche “presidente della commissione esaminatrice del concorso” pubblico per cinque posti a tempo indeterminato per operatore socio sanitario (Oss) indetto dall’Asp di Vibo e dove – ad avviso della Dda di Catanzaro – si è registrata “l’alterazione delle procedure concorsuali”, con l’inserimento fra i vincitori di una donna che precedentemente lavorava nelle cucine per conto della ditta appaltatrice del servizio mensa.
Le telefonate tra Vito Pitaro e tale medico in servizio all’ospedale di Vibo Valentia “sono ricorrenti e vengono captate” dagli investigatori. La natura delle stesse spazia da argomenti politici/elettorali, a richieste fatte da Pitaro per favori in merito a visite ospedaliere per propri amici o congiunti”. [Continua in basso]

Vito Pitaro e Coscarella

Sono poi, ancora una volta, le intercettazioni a far emergere “che mediante l’intercessione di Vito Pitaro con Angelo Michele Miceli, una dipendente della Dussman, impiegata nelle cucine, è stata fatta assumere quale operatore socio sanitario. Ulteriormente rilevante – hanno sottolineano i pm – è che Vito Pitaro ancor prima di intercedere si sia cautelato di non infastidire Gregorio Coscarellachiedendo a quest’ultimo il consenso per poter avviare tale intercessione”. Gregorio Coscarella – arrestato per associazione mafiosa nell’operazione Maestrale – altri non è che il nipote del boss di San Gregorio d’Ippona Rosario Fiarè. “Assolutamente rilevante è che il Coscarella – spiega la Dda – evidenzi di arrivare a Miceli attraverso l’intermediazione di Vito Pitaro, uomo considerato dal Coscarella legato al Miceli”.

Altro concorso per Oss pilotato

Nel “mirino” della Dda di Catanzaro e dei carabinieri non sarebbe però finito solo il concorso per cinque posti a tempo indeterminato per operatore socio sanitario (Oss), ma anche altro concorso, questa volta per 40 posti, al quale si sarebbe interessato Vito Pitaro, intercettato direttamente. “Ad ulteriore dimostrazione di come Vito Pitaro, grazie ai suoi collegamenti interni all’Asp, sia il baricentro elettorale di una serie di vicende – evidenziano i pm antimafia – emerge anche in relazione ad un ulteriore concorso, ovvero quello per n. 40 posti per operatore socio sanitario. Difatti in data 19 agosto 2018 Vito Pitaro riceveva, sulla propria utenza telefonica intercettata”, una telefonata da parte di un signore di Mongiana “il quale in maniera molto palese – spiega ancora la Dda – chiedeva allo stesso una raccomandazione per la figlia che doveva affrontare il concorso per numero 40 posti per OSS bandito dall’Asp di Vibo Valentia”. E l’intercettazione al riguardo è più che eloquente di come a certe latitudini si “faccia politica”. Eccola: “Sentite avvocato, dicono che per quella situazione del concorso di Oss ve la state vedendo voi… perché c’è pure mia figlia in questo…”; gli investigatori a questo punto sottolineano che “Pitaro, preoccupato di eventuali attività intercettive in atto, rimandava la discussione ad un incontro in presenza”; la donna per la quale il padre si era speso per cercare una raccomandazione è poi risultata “vincitrice del concorso in esame ed è stata assunta con contratto a tempo determinato a far data dall’aprile 2019”.

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