mercoledì,Maggio 8 2024

Mega sequestro di marijuana nelle Serre: al dettaglio avrebbe fruttato 8 milioni

Oltre 2.200 piante suddivise in 17 distinte piantagioni individuate dall’Arma dei carabinieri con tutti i reparti coinvolti. L’operazione “Un posto al sole” ha messo in luce anche l’elevato grado di specializzazione dei “coltivatori”

Mega sequestro di marijuana nelle Serre: al dettaglio avrebbe fruttato 8 milioni

Oltre 2.200 piante di marijuana, suddivise in 17 distinte piantagioni, sono state sequestrate e distrutte dai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno guidata dal capitano Marco Di Caprio, unitamente ai militari delle stazioni forestali di Serra e Fabrizia, allo squadrone eliportato “Cacciatori” Calabria, con l’importante contributo del Nucleo elicotteri di Vibo Valentia. Il potenziale giro d’affari era di circa due milioni di euro; la sostanza, invece, avrebbe fruttato circa 8 milioni di euro se si considera la vendita “al dettaglio” di ogni singola dose. 

Dopo l’operazione “Green Mountain” coordinata e condotta dai militari di Serra nell’estate del 2018, con l’ausilio sempre degli altri reparti, anche quest’anno i carabinieri, con l’operazione “Un posto al sole” (il nome deriva dal fatto che le piazzole coltivate devono necessariamente avere un’esposizione al sole), hanno cercato di dare un duro colpo agli affari economici della locale criminalità al fine di debellare il fenomeno della produzione di sostanze stupefacenti del tipo cannabis. Quest’anno, i carabinieri hanno riscontrato maggiori difficoltà nell’individuazione delle illecite piantagioni: di fatto, dopo i 23 rinvenimenti di coltivazioni di canapa indica dello scorso anno, i “coltivatori” hanno posto in essere maggiori cautele, suddividendo ulteriormente le piazzole in luoghi particolarmente difficili da raggiungere, molte delle volte, sulla cima di alcune montagne poste al di sopra di veri e propri strapiombi. [continua dopo la pubblicità]

Tutte le piantagioni erano dotate di apposito impianto di irrigazione a goccia, progettato, per l’appunto, per rendere quasi del tutto “autonoma” la crescita della pianta di canapa. In tutto le piante distrutte ammontano a circa 2200 suddivise in 17 piantagioni autonome, non comunicanti tra loro; le piante avevano un’altezza variabile tra il metro e mezzo e i quattro metri, tutte in perfetto stato vegetativo. Varie, invece, sono state le aree battute e che verranno perlustrate nei prossimi giorni. Non si esclude la presenza di altre coltivazioni nelle altre aree impervie del territorio montano. Sono stati inoltre individuati degli essiccatoi artigianali, locali ove si sarebbe compiuta la seconda fase di produzione dello stupefacente, quella, appunto, dell’essiccazione e del successivo deposito per il consequenziale commercio. 

L’operazione, anche questa volta, è risultato di un lavoro sinergico tra i vari reparti dell’Arma vibonese che hanno analizzato minuziosamente il dato informativo raccolto nel corso degli ultimi mesi dai militari delle stazioni di Nardodipace e Fabrizia al fine di orientare l’azione repressiva verso le aree ritenute idonee alla produzione della particolare sostanza. Anche quest’anno risultano di grande importanza i rinvenimenti effettuati: le piantagioni di canapa sono tutte autoalimentate, occultate dalla vegetazione, in alcuni casi creata ad hoc per la specifica esigenza. Ovviamente, il periodo di coltivazione non si è ancora concluso: la ricerca di altre coltivazioni illecite proseguirà sicuramente nelle prossime settimane. 

 

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