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Infiltrazioni mafiose: Comune di Soriano commissariato per altri sei mesi

Decisione del Consiglio dei ministri anche per un Comune del Reggino al fine di completare l’azione di recupero e risanamento dei due enti locali

Infiltrazioni mafiose: Comune di Soriano commissariato per altri sei mesi
Il Municipio di Soriano

Dal Governo arrivano decisioni anche per quanto riguarda due Comuni calabresi. Il Consiglio dei Ministri, “al fine di completare l’azione di recupero e risanamento” complessivo delle istituzioni locali, ha deliberato “la proroga di sei mesi dell’affidamento della gestione dei Comuni di Soriano Calabro e di Portigliola alle commissioni straordinarie già nominate. Gli organi elettivi del Comune di Soriano Calabro sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose  il 15 giugno dello scorso anno dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministero dell’Interno. Il 20 giugno scorso, Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’interno e la Prefettura di Vibo – presentato dall’ex sindaco Vincenzo Bartone e da cinque ex amministratori, avverso il decreto di commissariamento dell’ente per un periodo di diciotto mesi. Ora arriva quindi l’ulteriore proroga di sei mesi da parte del Consiglio dei ministri. Per i giudici amministrativi, nel caso di Soriano Calabro sono emersi “forti condizionamenti degli apparati politici e amministrativi del Comune da parte della criminalità, integrando quegli elementi concreti ed univoci che supportano la determinazione di scioglimento. Gli episodi citati nelle relazioni della Commissione di accesso agli atti, in quella della Prefettura di Vibo e nella successiva del ministro dell’Interno vanno – ad avviso del Tar – valutati nel loro insieme, ed anche in via preventiva, in quanto funzionali “allo scopo di evitare anche solo il rischio di infiltrazione da parte della malavita organizzata già presente sul territorio”. Per i giudici amministrativi non è emerso alcun vizio logico e alcuna incongruità nella valutazione degli elementi che hanno portato allo scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose. Dinanzi alla pervasività del fenomeno criminale nella zona ed al suo tentativo di condizionare le scelte del Comune di Soriano (già sciolto una prima volta nel 2007 per infiltrazioni mafiose), per il Tar deve registrarsi “la completa inadeguatezza del vertice politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza e di verifica nei confronti della burocrazia e dei gestori di pubblici servizi del Comune”, laddove si registra invece una “contiguità con ambienti criminali da parte di numerosi dipendenti inseriti in uffici particolarmente esposti a rischio di corruttela e di interferenza malavitosa, come evidenziato anche dall’inerzia degli uffici comunali nei confronti di imprese ed attività riconducibili alle famiglie delle organizzazioni criminali locali”. La relazione prefettizia ha poi riportato una serie di “vicende significative di una notevole interferenza nella gestione della cosa pubblica da parte di soggetti collegati alla locale criminalità organizzata” e sono stati inoltre evidenziati i “rapporti con ambienti criminali e stretti legami familiari del vicesindaco e di alcuni dipendenti comunali”. Pesano sullo scioglimento anche i festeggiamenti alla chiusura delle urne, l’ufficio dello staff del sindaco, la mancata assegnazione di deleghe in capo ai singoli assessori e poi la gestione di alcuni appalti da parte di talune imprese locali.

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