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Detenevano 200 chili di esplosivo nel Vibonese, una condanna e un’assoluzione

Le indagini erano confluite pure nell’inchiesta “Demetra 2” che mirava a far luce sugli esecutori materiali dell’attentato con un’autobomba a Limbadi costato la vita a Matteo Vinci

Detenevano 200 chili di esplosivo nel Vibonese, una condanna e un’assoluzione

Il 31 dicembre 2018 i militari della stazione dei carabinieri hanno sequestrato oltre 200 chili di materiale esplosivo ai fratelli Domenico e Nicola Criniti, rispettivamente di 39 e 36 anni di Soriano Calabro. Il materiale è stato rinvenuto all’interno di un magazzino mentre gli stessi stavano per chiudere la porta dello locale. Gli imputati non solo non avevano titolo necessario per la detenzione del materiale ma neppure, secondo l’accusa, documentazione che ne attestasse la lecita provenienza. Pertanto sono stati denunciati per detenzione illegale e ricettazione di materiale esplodente. Dalle successive indagini è emerso che il materiale sequestrato era lo stesso che in precedenza era stato rubato ad una ditta di fuochi d’artificio a Sorianello. All’esito del processo celebrato dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia, (giudice Roberta Ricotta), l’ufficio di Procura ha chiesto la condanna di entrambi gli imputati ad anni 1 e mesi 8, mentre la difesa rappresentata dall’avvocato Giuseppe Orecchio chiedeva l’assoluzione. Il Tribunale, in accoglimento parziale delle argomentazioni difensive, ha quindi assolto da ogni accusa Domenico Criniti mentre ha condannato a 9 mesi Nicola Criniti per la sola detenzione illegale del materiale esplodente. Da ricordare che tale attività d’indagine era anche confluita nel processo nato dall’operazione denominata “Demetra 2”, atteso che uno degli imputati di quel procedimento – Antonio Criniti – risulta essere primo cugino degli odierni imputati Criniti. La Dda aveva ipotizzato in questo caso che i fratelli Criniti avessero dato ausilio al cugino per procurarsi il materiale esplosivo poi utilizzato per far esplodere l’autovettura in cui perse la vita Matteo Vinci. Da tale accusa Antonio Criniti è stato però definitivamente assolto. 

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