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Smaltimento illecito di rifiuti a Vibo, la Procura chiude l’inchiesta per 13 indagati

L’indagine dei carabinieri forestali copre un arco temporale compreso tra febbraio e aprile 2022. Diverse le violazioni ambientali contestate

Smaltimento illecito di rifiuti a Vibo, la Procura chiude l’inchiesta per 13 indagati
foto di repertorio

Chiusa l’inchiesta che mira a far luce su uno smaltimento di rifiuti che nel novembre del 2022 ha portato anche al sequestro di una ditta. Il pm della Procura di Vibo Valentia, Filomena Aliberti, ha infatti firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 13 indagati finiti al centro di un’inchiesta nata il 29 dicembre 2021 quando i carabinieri forestali – transitando nella zona industriale di Vibo Valentia di località Aereoporto – percepivano un forte odore di plastica bruciata e notavano una coltre di fumo. Veniva così scoperta un’area utilizzata costantemente per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali di vario genere. Partivano quindi le indagini dove fondamentali si sono rivelate le videoriprese. In particolare, la Eco Triparni srl – secondo il gip che nel 2022 si è occupata della misura cautelare avanzata dalla Procura – avrebbe utilizzato un terreno con annesso capannone acquisito dal Comune di Vibo Valentia ubicato in località Badia-Falcone, per attività illecite”. L’area dove sorge il capannone industriale in località Badia Falcone è stata acquisita fra l’altro – ad avviso del gip, “dal Comune di Vibo Valentia con una procedura che era stata in precedenza oggetto di una segnalazione di polizia giudiziaria da parte della polizia municipale il 29 marzo 2022”. Ipotizzate violazioni relative al trasporto e allo smaltimento illecito, anche mediante combustione, nonché il deposito e l’abbandono incontrollato al suolo di rifiuti pericolosi e non. Contestata anche la violazione dell’art. 452bis del c. p. per la presunta compromissione e deterioramento delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo). In sostanza i rifiuti una volta privati delle parti riciclabili, quindi con valore economico, venivano abbandonati in una scarpata adiacente ad uno dei capannoni utilizzati per lo stoccaggio o bruciati immettendo pericolosi fumi nell’atmosfera. Nel corso dell’attività è stato anche accertato il conferimento di rifiuti provenienti da ditte non autorizzate al trasporto poiché non in regola con la normativa vigente inerente all’albo nazionale dei gestori ambientali. Questi gli indagati destinatari dell’avviso di conclusione indagini: Giuseppe Chiaramonte, 66 anni, di Triparni, amministratore della “Eco Triparni srl”; Francesco Chiaramonte, 34 anni, di Filogaso, socio e comproprietario della Eco Triparni srl; Danilo Chiaramonte, 31 anni, di Triparni, dipendente della Eco Triparni srl; Fabio Chiaramonte, 22 anni, di Triparni, addetto alla raccolta di materiali riciclabili della Eco Triparni srl; Ivan Castagna, 36 anni, di Vena Superiore, operaio e autista addetto alla raccolta di materiali riciclabili della Eco Triparni srl; Domenico Mancone, 36 anni, di Vibo Valentia, operaio addetto alla raccolta di materiali riciclabili della Eco Triparni srl; Vincenzo Crudo, 32 anni, operaio e autista addetto alla raccolta di materiali riciclabili della Eco Triparni srl; Antonino Stuppia, 91 anni, di Vibo, rappresentante dell’impresa Termotecnica Sas di Stuppia in liquidazione; Sergio Bevilacqua, 43 anni, di Gioia Tauro, intestatario di un autocarro; Raffaele Galati, 39 anni, di San Costantino Calabro, amministratore unico di Europa Sud srl; Angelo Sorrentino, 64 anni, intestatario di un autocarro; Pasquale Barbieri, 58 anni, di Briatico, amministratore unico dell’impresa “Dimensione Arredo srl” con sede a Briatico. Chiusura indagini anche per la Eco Triparni srl con sede legale nella frazione di Triparni (Vibo Valentia) e sede operativa in località Aereoporto in persona del legale rappresentante Antonella Profiti.

Tutti gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere al pm di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive attraverso i rispettivi legali. Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Nicola Brosio, Giovanni Vecchio, Tiziana Barillaro, Patrizia Surace, Antonio Pasqua, Pamela Tassone. Secondo la Procura, i Chiaramonte, in concorso con Ivan Castagna, Vincenzo Crudo e Domenico Mancone, sono accusati di aver ricevuto, trasportato e smaltito illecitamente rifiuti di vario genere mediante combustione e abbandono incontrollato sul suolo cagionando abusivamente una compromissione delle matrici ambientali. A Giuseppe Chiaramonte e Domenico Mancone viene poi contestato di aver effettuato un trasporto di rifiuti con un autocarro senza l’iscrizione nell’albo nazionale dei gestori ambientali. Stessa accusa viene anche mossa a Antonino Stuppia, Sergio Bevilacqua, Raffaele Galati, Angelo Sorrentino, Pasquale Barbieri.

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