martedì,Aprile 23 2024

Processo ai Mancuso, avvocato e familiari di Matteo Vinci attaccano la Regione

«Assurdo dire di non essere a conoscenza dell’apertura del dibattimento». Critiche anche per l’associazione Libera: «Parole sprezzanti»

Processo ai Mancuso, avvocato e familiari di Matteo Vinci attaccano la Regione

Con una nota stampa dai toni durissimi l’avvocato Giuseppe De Pace e la famiglia Vinci-Scarpulla attaccano duramente la Regione Calabria e l’associazione Libera. Oggetto del contendere la mancata costituzione di parte civile di entrambe nel processo sull’uccisione di Matteo Vinci che vede imputati alcuni componenti della famiglia Mancuso di Limbadi. «La Regione Calabria mente, sapendo di mentire, quando afferma che non era a conoscenza dell’apertura del dibattimento fissato per il 17.09.2019, laddove innumerevoli articoli di stampa l’avevano preannunciata in ogni fascia oraria negli ultimi 3 mesi». Poi aggiunge: «E il compito di monitoraggio dei fenomeni mafiosi assunto  in capo alla commissione regionale antimafia come è stato svolto in questa circostanza? Anch’essa ignara di questo cruciale passaggio della storia della Calabria? A questo punto i vertici politici non possono rimanere silenti ulteriormente». E l’attacco prosegue: «Provando a mettere una toppa aggiunge (il portavoce?) che la Regione Calabria non è stata indicata da nessuno come parte offesa. Se questa castroneria è stata esternata da qualche dirigente, non ce ne meravigliamo. Ma se è stata avallata dall’avvocatura, la cosa è allarmante: significa sconoscere le tre importanti norme contenute negli articoli 74-91-93 del codice di procedura penale, che disciplinano l’esercizio dei diritti e delle facoltà per l’azione civile degli Enti e delle associazioni senza scopo di lucro nel processo».

Ce n’è anche per Libera, le cui dichiarazioni – «non in tutti i processi ci costituiamo parte civile… né abbiamo tempo e risorse» – sono suonate al legale e alla famiglia come «sprezzanti», dato che si è trattato di un «attentato eseguito con modalità terroristiche che ha falciato la vita di un giovane che, difendendo la propria famiglia dalla protervia mafiosa dei Mancuso, difendeva la libertà di tutti».

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