domenica,Aprile 6 2025

Sparatoria a Coccorino di Joppolo, una condanna in Cassazione

Il reato di tentato omicidio già riqualificato in primo grado come minaccia aggravata dall’uso dell’arma. Decisive le dichiarazioni della vittima

Sparatoria a Coccorino di Joppolo, una condanna in Cassazione

Passa in giudicato la vicenda processuale nata da una sparatoria avvenuta a Coccorino (frazione di Joppolo) nel settembre 2020 contro una persona del luogo (Antonov Marin) a seguito di un alterco avvenuto in un bar. All’indirizzo di Antonov Marin sono stati esplosi tre colpi di pistola da distanza ravvicinata senza colpirlo e la Cassazione ha ora confermato la condanna a 3 anni, un mese e dieci giorni nei confronti di Giacomo Iamundo, 62 anni, di Coccorino, così come decisa il 4 ottobre 2023. La decisione della Cassazione – che ha dichiarato inammissibile il ricorso di Iamundo – arriva dopo un precedente annullamento con rinvio disposto dalla stessa Suprema Corte. Già in primo grado – all’esito di un giudizio celebrato con rito abbreviato che è valso per l’imputato lo sconto di pena pari ad un terzo – il giudice aveva accolto le argomentazioni prospettate dagli avvocati Francesco Manti e Francesco Calabrese riqualificando il reato da tentato omicidio (caduta del dolo) in minaccia aggravata dall’uso dell’arma. Nei confronti di Giacomo Iamundo, il pm della Procura di Vibo Eugenia Belmonte aveva nell’occasione chiesto la condanna a 10 anni di reclusione. La Cassazione nel respingere il ricorso, e nel ritenere corretta la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro, ha sottolineato che “in tema di reato continuato, se il giudice deve motivare l’aumento di pena in modo distinto per ciascuno dei reati satellite, tuttavia il grado di impegno motivazionale richiesto in ordine ai singoli aumenti di pena è correlato all’entità degli stessi e nel caso in esame l’aumento è certamente prossimo al minimo e come tale non richiede un ulteriore onere motivazionale rispetto a quello già assicurato”.

La sparatoria

L’arma del delitto era stata rinvenuta dai carabinieri in un terreno a Coccorino, ancora con l’otturatore aperto, dopo l’azione di fuoco. Fondamentale si era rivelata la collaborazione di alcuni testimoni e la denuncia circostanziata della vittima e del proprio genitore. La sparatoria era avvenuta al culmine di un acceso diverbio, maturato per futili motivi all’interno di un bar, e che aveva visto coinvolti, da un lato, una coppia impegnata in un alterco con altre persone, dall’altro un giovane del posto che aveva cercato di invitare alla calma. Dalle parole si era però passati ai fatti e Giacomo Iamundo, già noto alle forze dell’ordine, una volta avuta la disponibilità di una pistola 7,65, con matricola abrasa, procuratagli da un Roberto Rocco, ha raggiunto a bordo del proprio mezzo l’abitazione del giovane e del padre esplodendo tre colpi per poi dileguarsi. L’immediato intervento dei carabinieri della Compagnia di Tropea, con l’ausilio dei militari dell’Arma della Stazione di Joppolo, ha consentito di ricostruire l’accaduto nell’immediatezza e di identificare gli autori.

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