Anziano ucciso ed annegato a Pizzo, chiesti due ergastoli

Due richieste di condanna alla pena dell’ergastolo. La Procura generale di Catanzaro ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello di riformare la sentenza di primo grado per l’omicidio di Giglio Palmo Ciancio, il 79enne di Pizzoni trovato cadavere a mare a Pizzo Calabro il 6 agosto del 2015. La richiesta di condanna al carcere a vita è stata avanzata per Dorel Varga, 41 anni (condannato in primo grado a 25 anni di reclusione), e per Stela Gyongyi Rezmuves, 40 anni (assolta in primo grado). In primo grado, invece, la pena dell’ergastolo – con isolamento diurno per tre mesi – era stata chiesta dal pm Concettina Iannazzo. [Continua dopo la pubblicità]

Secondo l’accusa, i due imputati – al fine procurarsi un ingiusto profitto –  avrebbero colpito alla nuca con un colpo contundente Giglio Palmo Ciancio, 79 anni, di Pizzoni, sottraendogli poi 800 euro ed il telefono cellulare. Fatti avvenuti a Pizzo Calabro, in località “Stazione”, fra il 5 ed il 6 agosto 2015. La coppia rumena – senza una fissa dimora, ma abitando alternativamente a Rosarno, Nicotera ed altri centri del Vibonese – avrebbe quindi trascinato l’anziano, privo di conoscenza, in mare dove è poi annegato. Altra contestazione con l’accusa di rapina si riferisce invece ad un episodio accaduto il 18 agosto 2015 ed in questo caso la coppia avrebbe agito con un complice ancora da identificare. Vittima delle “attenzioni” del gruppo sarebbe stato Lorenzo Vacatello, di Vibo Marina, aggredito alle spalle, colpito con un pugno e con reiterati colpi in diverse parti del corpo. La vittima, dopo aver per questo perso conoscenza, è stata rapinata di 50 euro, quattro anelli in oro ed un girocollo munito di due ciondoli del valore complessivo di circa mille euro. Ma per tale episodio i due imputati in primo grado sono stati assolti. 

La ricostruzione degli investigatori. Il corpo di Palmo Giglio Ciancio è stato ritrovato in acqua alla Marina di Pizzo con il pantalone girato al rovescio ed appesantito da pietre. Un tentativo da parte dei suoi aggressori di simulare un suicidio da parte dell’anziano. Secondo le risultanze investigative, il pensionato dopo alcuni contatti telefonici, ed una colazione consumata in un bar di Pizzoni la mattina del 5 agosto 2015, si sarebbe incontrato con la donna rumena nei pressi dell’ospedale di Vibo Valentia per poi raggiungere insieme Pizzo. L’acquisizione delle immagini delle telecamere da parte dei carabinieri ha immortalato il passaggio della vittima a bordo della sua motoape in compagnia della donna rumena sia a Vibo che a Pizzo, mentre l’analisi dei tabulati telefonici si è rivelata di fondamentale importanza investigativa in quanto ha permesso di individuare tutti i contatti prodromici all’appuntamento rivelatosi fatale. In particolare, due schede telefoniche intestate a Varga avrebbero avuto contatti telefonici con la vittima la cui scheda telefonica è stata a sua volta inserita, dopo l’omicidio, nel telefonino dello stesso Varga che con tale cellulare aveva prenotato un viaggio in Romania. Dorel Varga è difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, mentre Stela Gyongyi Rezmuves è assistita dall’avvocato Antonino Catalano. Parte civile nel processo Domenico Ciancio, figlio della vittima, assistito dall’avvocato Francesco Sorrentino. Nella prossima udienza verrà ascoltato in aula un maresciallo che dovrà riferire sugli spostamenti di Stela Gyongyi Rezmuves.

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